Secondo quanto dichiarato dal presidente di Confindustria Russia, Ernesto Ferlenghi, oggi, l’Italia ha un disperato bisogno di apparecchiature per le analisi mediche da laboratorio, tute protettive, maschere e altri materiali. Ed essendo in una situazione così difficile, ora "il paese conta su tutti gli aiuti umanitari possibili dei nostri partner, a cominciare dalla Russia nella lotta contro il coronavirus", riporta Izvestya.
È dalla seconda guerra mondiale che l’Italia non vede una situazione simile, e molto peggiore rispetto alla crisi economia del 2008.
Secondo Ferlenghi la situazione del 2008 è stata una crisi puramente finanziaria, mentre tra le conseguenze economiche più gravi della pandemia c'è proprio una crisi della domanda e dell'offerta.
Negli ultimi 20 anni, le esportazioni italiane in Cina sono rimaste allo stesso livello mentre l’Italia ha iniziato a importare sette volte di più dalla Cina rispetto a 20 anni fa. Il settore dell’ingegneria meccanica, ad esempio, è quasi al 100% legato alle importazioni dalla Cina. Ma i fornitori sono scomparsi perché le fabbriche si sono fermate in Cina e ora anche i nostri impianti, che hanno acquistato vari macchinari dalla Cina, si sono fermati. Trovare nuovi fornitori e nuovi mercati non sarà facile.
Il presidente di Confindustria Russia poi ha parlato di un altro settore in crisi, quello del turismo. Questo rappresenta il 13% del PIL dello stato, o più di 200 miliardi di euro. Più di 4 milioni di italiani lavorano in questo settore e oltre 200 milioni di turisti visitano il nostro paese ogni anno. Il 30% del flusso turistico totale si concentra nel periodo fino a maggio, vale a dire che quest'anno questa stagione si perderà fino a maggio-giugno.
"Infatti i negozi e ristoranti in Italia sono stati chiusi a causa del coronavirus. Stiamo parlando di 350 mila ristoranti e bar, il loro fatturato annuo è di 87 miliardi di euro, è diminuito del 10% e ora le perdite sono quasi 9 miliardi di euro".
Questa è una crisi molto profonda, le cui conseguenze non sono ancora state valutate, ha concluso Ernesto Ferlenghi.