Ma certo, sono tutti Paesi in cui esiste la tecnologia sufficiente per una buona diagnostica, esiste un sistema sanitario pubblico che si prende cura della salute dei cittadini, ed esistono delle popolazioni con una cultura della salute millenaria. Guardacaso sono proprio questi i Paesi con il maggior numero di registrazioni. Coincidenza? No, non lo è.
Certo, possiamo lamentarci del nostro sistema sanitario, giusto, quando ti metti in lista per una tac oggi e ti danno appuntamento alla prossima Era glaciale, oppure quando entri al pronto soccorso in codice verde e diventi giallo a forza di aspettare, chiaro che hai da lamentarti e fai bene. Resta però il fatto che abbiamo ottimi specialisti, tecnologia, scienza e, soprattutto, quando capitano emergenze come quella attuale, facciamo tamponi gratis. Il più possibile, e a tutti i sospetti, persino asintomatici se pensiamo possa servire a contenere. In pratica ligi e fedeli a tutti i protocolli OMS, ma non a chiacchiere, facciamo veramente il possibile, perché ci crediamo, ci teniamo alla salute, ed abbiamo i mezzi tecnici e scientifici.
Ecco il risultato – un’economia a pezzi, tutti che ci indicano come untori, ci emarginano, in alcuni casi abbiamo visto ci insultano e umiliano pure. Poi vai a vedere – quanti tamponi fanno negli Stati Uniti? Quanto costa tra l’altro fare un test? Lo fornisce lo Stato? Rimborsano le assicurazioni?
Queste non sono domande da complottisti americofobici, queste sono le domande che iniziano a porsi gli stessi grandi media americani – Time, New York Times, Fortune, CNN... tutti. I primi ad avere dubbi sul fatto che le cifre siano completamente falsate e che la situazione scapperà ben presto di mano sono proprio loro.
Alcuni giorni fa era circolata al voce che un test per il coronavirus negli USA costasse sui 3.300 dollari. La notizia aveva fatto il giro del web ed era divenuta virale. In realtà, si sono affrettati a precisare debunker di professione (sbufalatori) come PolitFact, ma anche giornali importanti come USA Today, l’informazione sarebbe falsa perché riferita alle disavventure ospedaliere accorse ad un uomo di Miami ritornato ammalato dalla Cina e che aveva postato sui social i particolari della vicenda. Rilanciata poi dal giornale Business Insider, la notizia si era diffusa in tutto il mondo. Non è così, sostengono i media americani meno allarmisti, a quel signore erano stati addebitati i costi ospedalieri.
Quindi ricapitolando – un tizio torna da un viaggio di lavoro in Cina con la febbre, allarmato si presenta in ospedale per un controllo, gli fanno il test, non risulta positivo, se ne torna a casa, gli arriva una bolletta di 3.200 dollari da pagare, l’assicurazione (meno male che l’assicurazione era buona) gliene rimborsa 1.400 dollari, e questi vengono a spiegarci che hanno sbufalato cosa? Grazie, ci spiegano, il test in teoria (ripeto in teoria) sarebbe gratuito, ma dove vai a farlo se appena entri in ospedale ti mettono in conto anche l’aria?
Giornali come MarketWatch, del gruppo Dow Jones di New York, quello del The Wall Steet Journal, c’è arrivato a capirla e lo ha pubblicato a chiare lettere: “Quanto costa sottoporsi al test per il coronavirus? Purtroppo la risposta potrebbe dipendere da quanto è buona la tua assicurazione”. Questo il titolo. E parla da solo.
Ma insomma quanto costa esattamente farsi un test del coronavirus oggi negli Stati Uniti? Leggete anche solo la presentazione dell’indagine che ha condotto Fortune, la nota rivista di affari pubblicata dalla stessa casa editrice del Time: “Il test per il coronavirus dovrebbe essere gratuito, ma non è sempre così semplice”. Seguono le disavventure dei poveri giornalisti investigativi che hanno telefonato a tutte le principali strutture confederate per scoprire che ogni Stato fa come gli pare, molti non rispondono, altri ti dicono è gratis, poi metti piede nell’ospedale e ti arriva la sorpresina quando passi all’accettazione, le casse o quanto torni a casa, anche quello dipende.
Più c’era stato anche il caso, di cui vi avevamo parlato qui su Sputnik Italia, dei tamponi ritirati dalla Food and Drug Administration. Non appena concesso il permesso allo Stato di New York di utilizzare tamponi di produzione propria, il giorno dopo, anche lì sarà un caso, iniziavano a registrarsi i primi casi.
E mentre Trump minimizza, Pence propone invece tamponi per tutti, e tre Stati confederati (California, Washington e Florida) dichiarano lo stato d'emergenza per chiedere il rimborso delle spese sanitarie, all’americano medio con sintomi di tosse secca, mal di gola e liniette di febbre, l’ultima cosa che gli passa per la testa di fare è andare in ospedale o dal medico per chiedere una controllatina più approfondita. Per maggiori informazioni su quanto il sistema sanitario americano invogli ad occuparsi della propria salute con il dovuto zelo, consiglio, piuttosto che i vari giornali in lingua, i post social degli stessi italiani che lavorano da quelle parti. Lì sì si capiscono molte cose.
E intanto che Corea del Sud dichiara all’OMS 5.766 casi confermati con 35 decessi (0,6% di mortalità), noi ne dichiariamo 3.089, con 107 decessi per una mortalità di quasi il 3 e mezzo percento.
Lo capite che questi numeri non stanno in piedi e dipendono solo dalla solerzia delle autorità sanitarie statali nazionali?
Lo stesso identico virus non può avere una mortalità dello 0,6% da una parte, del 3,4% da un’altra e del 7% da un'altra ancora. Esattamente come non è possibile matematicamente che in questo mondo globalizzato si diffonda di più dove si cerca di contenerlo e si diffonda molto più lentamente invece dove le autorità minimizzano, se ne fregano o lasciano tutto in mano all’iniziativa privata.
Conclusione
La conclusione è che noi abbiamo chiuso tutto e rischiato la nostra intera economia per cercare di contenere il virus. Invece di un grazie ci stanno umiliando. Tra un anno scopriremo che sarà stato tutto inutile perché il virus ci tornerà indietro reimportato da quei Paesi che se ne stanno fregando perché al posto dell’interesse pubblico hanno il neoliberismo.
Per maggiori informazioni su quanto siano assurdi i numeri registrati dall’OMS, vi riepilogo qui sotto la tabella aggiornata al giorno di ieri.
Nazione | Casi | Morti | Mortalità |
CINA | 80.656 | 3.015 | 3,74% |
COREA del Sud | 5.766 | 35 | 0,61% |
ITALIA | 3.089 | 107 | 3,46% |
IRAN | 2.922 | 92 | 3,15% |
USA | 129 | 9 | 6,98% |
Non serve essere esperti in statistica per capire che sono numeri che non stanno in piedi. Vi state chiedendo cosa fare? Niente, bisognerebbe chiedere alla comunità internazionale di comportarsi come una comunità internazionale. Invece la realtà è che qui si parla tanto di globalizzazione quando si tratta di capitali e interessi materiali, poi quando si tratta di problemi seri ognuno va per conto suo.
Noi blocchiamo tutto, altri se ne fregano, noi dichiariamo tutti i casi che troviamo, altri dichiarano quello che gli pare, nel mentre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica questi numeri assurdi e privi di senso, nell’incapacità di imporre regole comuni per tutti. La salute è un bene comune planetario, ce ne accorgiamo adesso, prima eravamo troppo impegnati a globalizzare potere e capitali.