Luca Ceriscioli, governatore della Marche, ribadisce la sua intenzione di lasciare le scuole chiuse nella sua regione anche se non vi è alcun focolaio di infezione. Ceriscioli non crede al Governo e tira dritto, anche se la bozza del decreto legge pubblicata ieri sera stabilisce che le scuole dovranno essere riaperte.
Pronte le sue memorie per far cambiare idea al presidente Conte, questa la promessa del governatore delle Marche di area centrosinistra.
Perché Ceriscioli si oppone a Conte
Da ieri sera 29 febbraio i casi di positività nella regione sono saliti a 24, scrive Il Resto del Carlino, di cui molti casi sarebbero legati ad un 30enne di Vallefoglia giunto da Piacenza e ad un 16enne positivo al virus.
Ceriscioli, quindi, vuole che la sua regione venga inserita tra quelle che il decreto considera le regioni italiane in cui è necessario applicare le misure più restrittive. Misure che appunto includono la chiusura delle scuole e la sospensione delle attività di pubblico spettacolo.
Nei soggetti sani la Covid-19 è un raffreddore
Da Catania parla sul quotidiano LaSicilia l’infettivologo Carmelo Iacobello, primario di malattie infettive dell’Ospedale Cannizzaro. Iacobello è uno dei due autorizzati, dall’assessorato regionale alla Salute della Regione Siciliana, a parlare dell’argomento pubblicamente.
Questi afferma che il virus è “ad alto livello di contagiosità, ma a bassa percentuale di patogenesi”. Il livello di virulenza è quindi molto basso, tanto che nella maggior parte dei casi “si riduce a un semplice e comune raffreddore”.
Il problema resta per i pazienti “fortemente immunocompressi” o che hanno altre patologie gravi pregresse, è in questi casi che bisogna stare più attenti così come dovrebbe essere per gli altri virus influenzali.