L'Italia fa progressi ma ancora deve compiere quelle correzioni che le permetteranno di assicurare crescita e sviluppo. E' quanto emerge nella relazione semestrale della Commissione Europea sullo stato di avanzamento delle riforme strutturali e la correzione degli squilibri macroeconomici.
Di fronte a deboli prospettive economiche, l'Italia ha ridotto il tasso di disoccupazione dal 10.3% al 9.8% nell'ultimo trimestre del 2019, nonostante l'indebitamento elevato e un Pil prossimo allo zero. Nel 2019 infatti, l'economia è cresciuta dello 0.2% rispetto allo 0.8% dell'anno precedente.
Le prospettive non sono migliori per il futuro prossimo: per il 2020 ed il 2021 la crescita è stimata dello 0.3% e 0.6%. Chiaramente queste previsioni non tengono conto dell'emergenza coronavirus che sta inevitabilmente contagiando l'economia del Paese, colpendo al cuore dell'attività produttiva.
La pagella all'Italia
I sostanziali progressi che l'Europa rileva sono quelli compiuti nella lotta contro l'evasione fiscale, con particolare riferimento all'incentivazione dei pagamenti elettronici. L'Italia avanza nel contrasto alla corruzione e nell'efficienza delle pubbliche amministrazioni. Promossa quindi la riforma sulla prescrizione, che riduce la durata dei processi e rende più razionale la giustizia.
L'Italia fa progressi anche nel sostegno ai gruppi vulnerabili attraverso politiche sociali sul mercato del lavoro. Oltre al reddito di cittadinanza, promosso anche il taglio al cuneo fiscale che detassa i salari dei lavoratori, la riforma catastale e le nuove forme di finanziamento non bancario per le imprese.
Restano ancora, nonostante gli avanzamenti, grossi problemi sul mercato del lavoro che riguardano i giovani e le donne, distribuiti in maniera irregolare sul territorio a causa del gap tra le differenti regioni. Queste criticità aumentano il rischio povertà ed esclusione sociale e oltre che le diseguaglianze di reddito.