Presidente ceco contrario al trasferimento di statua maresciallo sovietico a Praga

© REUTERS / David W CernyIl monumento al maresciallo sovietico Ivan Konev
Il monumento al maresciallo sovietico Ivan Konev - Sputnik Italia
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La statua del maresciallo Konev a Praga deve essere lasciato al suo posto, e le forze di Vlasov per via dei loro crimini non meritavano alcun monumento in Repubblica Ceca, ha dichiarato oggi il presidente Milos Zeman in un'intervista al canale web della rivista Blesk.

Il giornalista ha chiesto a Zeman cosa pensa sulle intenzioni delle autorità nel distretto di Praga-6 di spostare il monumento al maresciallo sovietico Ivan Konev in una zona più isolata e all'iniziativa delle autorità di un'altra zona della capitale per costruire un monumento ai collaborazionisti della Germania nazista dell'Esercito Russo di Liberazione, guidato dal generale traditore dell'Armata Rossa Andrey Vlasov, che nel maggio 1945 si ribellarono ai tedeschi e presero parte alla liberazione di Praga. 

"Credo che il monumento al maresciallo Konev non debba essere spostato da un posto all'altro e che la Repubblica Ceca non abbia bisogno di un monumento alle forze di Vlasov. Recentemente due giornalisti hanno attirato la mia attenzione sul fatto che l'Esercito Russo di Liberazione del generale Vlasov ha partecipato all'Olocausto, in particolare occupandosi del trasferimento degli ebrei dei Paesi baltici nel campo di concentramento di Auschwitz", ha detto Zeman.

A suo avviso è impossibile erigere un monumento alle forze di Vlasov solo perché hanno partecipato alla liberazione di Praga, questo non nega la "mole delle azioni negative" commesse da loro.

"Sì, le forze di Vlasov hanno aiutato Praga, sono stati uccisi 300 uomini qui. Ma non si possono perdonare i crimini commessi in precedenza", ha detto Zeman.
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Il monumento al maresciallo sovietico Ivan Konev a Praga

Il presidente ceco ha inoltre parlato della sua trasferta a Mosca il 9 maggio prossimo per celebrare il 75° anniversario della vittoria sul fascismo, a cui è stato invitato dal presidente russo Vladimir Putin.

Alla fine dello scorso dicembre, Zeman ha espresso indignazione per il fatto che il ministero degli Esteri russo abbia rilasciato una dichiarazione critica sull'annuncio della giornata commemorativa del 21 agosto, in ricordo dell'anniversario dell'ingresso delle truppe sovietiche e di altri quattro Paesi socialisti in Cecoslovacchia nel 1968 per fermare le riforme socio-politiche ed economiche in corso nel Paese.

Zeman ha affermato che la Russia "deve prendere le distanze" dalle azioni del 1968, "cosa che è stata fatta in passato".

"Ma non dovrebbero consigliarci di dimenticarlo", ha aggiunto Zeman.

"Vado in Russia per celebrare il 75° anniversario della fine della guerra, ma potrei anche dire ai russi: tracciare una linea e dimenticate che allora avete vinto quella guerra", ha sottolineato Zeman.

Secondo Zeman, è sorpreso che i deputati al parlamento ceco, che hanno votato il 21 agosto come giorno della memoria, non abbiano ancora proposto di dichiarare il 15 marzo un giorno da ricordare, quando la Cecoslovacchia fu occupata dalla Germania nazista nel 1939.

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