Un attacco è stato perpetrato in una scuola militare a Tripoli, provocando la morte di almeno 23 cadetti, ha dichiarato il ministero della Salute del governo di unità nazionale del premier Fayez al-Sarraj in una dichiarazione su Facebook.
L’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar, impegnato nell'offensiva su Tripoli, ha smentito "categoricamente" di aver avuto un ruolo nel raid sulla scuola militare per bocca del portavoce delle forze di Haftar Ahmed Al Mismari, che ha accusato i terroristi dell'Isis e Al-Qaeda, come analogamente in passato avevano colpito un'accademia militare a Bengasi, riporta un articolo de La Stampa.
Dopo l’attacco alla scuola militare di Tripoli diplomazia e intelligence stanno valutando le "condizioni di sicurezza" e anche lo scenario politico per la missione diplomatica europea, prevista per il 7 gennaio ma non ritenuta opportuna, soprattutto tenendo conto che uno dei partecipanti nei negoziati dovrebbe essere proprio il generale Haftar, che ha invocato il popolo libico alla guerra dopo la decisione di al-Sarraj ad appoggiare l’intervento militare della Turchia.
Tuttavia la diplomazia europea non sta a guardare. Domani il capo della Farnesina Luigi Di Maio incontrerà a Roma il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas e il rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell per discutere i prossimi passi.
In precedenza le autorità di Tripoli avevano chiesto assistenza militare alla Turchia sullo sfondo dell'offensiva delle forze di Khalifa Haftar nella capitale libica. È stato riferito che la richiesta riguardava supporto militare "aereo, terrestre e marittimo" per respingere l'offensiva. Il 2 gennaio scorso il Parlamento turco ha autorizzato l'invio dei soldati turchi in Libia con un voto di maggioranza.
Erdogan: militari turchi verso la Libia
"Il compito dei nostri militari è quello di garantire il coordinamento. Promuoveranno questo processo all'interno del centro operativo. I nostri militari attualmente si stanno muovendo gradualmente verso la Libia", ha dichiarato Erdogan.
"L'obiettivo è sostenere il governo legittimo, non danneggerà il nostro accordo. Il compito delle forze armate turche è quello di garantire un cessate il fuoco e non di combattere. D'altro canto, sostenendo il governo legittimo, si scongiura una catastrofe umanitaria," ha aggiunto il capo di Stato turco.
UE preoccupata dall'intervento turco nel conflitto in Libia
La diplomazia di Bruxelles ha fatto sapere di essere preoccupata per la decisione di Ankara di intervenire nel conflitto in Libia: c'è rischio di una destabilizzazione.
"L'UE è molto preoccupata per la decisione della Turchia di intervenire nel conflitto. Il sostegno a coloro che vi combattono non farà che destabilizzare ulteriormente il paese e la regione. L'embargo sulle armi delle Nazioni Unite dovrebbe essere rispettato da tutti", ha dichiarato Peter Stano, portavoce della Commissione europea per gli affari esteri.
Libya: EU strongly concerned about Turkey's decision to intervene in the conflict. Supporting those who are fighting there will only further destabilise the country & wider region. UN arms embargo must be respected by all https://t.co/vwKbGazgVZ
— Peter Stano (@ExtSpoxEU) 3 gennaio 2020
Bengasi vota per rompere relazioni con la Turchia
Il Parlamento della Libia orientale a Bengasi ha votato all'unanimità per la rottura dei rapporti diplomatici con la Turchia, ha riferito il canale televisivo Al-Arabiya.
In aggiunta, secondo il portale Youm7, i deputati della Libia orientale hanno deciso di chiudere l'Ambasciata turca. Inoltre il Parlamento libico ha invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Lega Araba, l'Unione Africana, l'Unione Europea ed altre organizzazioni internazionali a ritirare il riconoscimento al governo di Tripoli del premier Fayez al-Sarraj.