Da Papa Francesco e dalla Chiesa cattolica è ancora una volta no all’eutanasia e a ogni forma di “soppressione della vita”, dal messaggio per la Giornata mondiale del malato del prossimo 11 febbraio si eleva un richiamo forte anche ai medici cristiani:
“Cari operatori sanitari, ogni intervento diagnostico, preventivo, terapeutico, di ricerca, cura e riabilitazione è rivolto alla persona malata, dove il sostantivo 'persona', viene sempre prima dell’aggettivo 'malata'. Pertanto, il vostro agire sia costantemente proteso alla dignità e alla vita della persona, senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile”.
Un no di Papa Francesco, seguito da un invito ad aprirsi alla “dimensione trascendente” che secondo il pontefice può offrire “il senso pieno della” loro “professione”.
La vita non si tocca dunque, perché essa “appartiene a Dio, pertanto è inviolabile e indisponibile”.
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11, 28). Messaggio per la XXVIII Giornata Mondiale del Malato https://t.co/NKBl69d3fP
— Papa Francesco (@Pontifex_it) January 3, 2020
E poi fa appello alle coscienze dei singoli medici e sanitari affinché oppongano l’obiezione di coscienza alla richiesta di terminare la vita di un ammalato.
“In certi casi, l’obiezione di coscienza è per voi la scelta necessaria per rimanere coerenti a questo “sì” alla vita e alla persona. In ogni caso, la vostra professionalità, animata dalla carità cristiana, sarà il migliore servizio al vero diritto umano, quello alla vita. Quando non potrete guarire, potrete sempre curare con gesti e procedure che diano ristoro e sollievo al malato”.