Il presidente della Siria, Bashar al-Assad ha accusato gli Stati Uniti di vendere il petrolio "rubato" al paese mediorientale alla Turchia.
"Prima degli americani, tempo fa, questi pozzi erano sfruttati da Jabhat al-Nusra, poi è arrivato l'ISIS che ha spodestato al-Nusra, o meglio, si è unito con esso diventando un tutt'uno, e allo stesso modo ha cominciato a rubare e a vendere il petrolio. Dove? Utilizzavano dei canali turchi. Oggi, però, è l'America che ci ruba il petrolio è che lo vende alla Turchia", ha dichiarato Assad.
Stando alle parole del leader siriano, ad oggi diverse migliaia di soldati americani, tra cui un buon numero di contractor privati, avrebbero occupato vaste porzioni di territorio della Repubblica araba siriana.
"Gli USA fanno forte affidamento sulle compagnie militari private, come Blackwater, per combattere questa guerra. Quindi anche se formalmente mantengono un contingente di qualche centinaio di soldati, in realtà hanno a disposizione migliaia, se non decine di migliaia di contractor che combattono per loro in Siria", è stata l'accusa di Assad.
Il petrolio siriano
Alla fine del mese di ottobre il Ministero della Difesa russo ha rilasciato un duro rapporto all'interno del quale lanciava pesanti accuse nei confronti degli Stati Uniti, rei di condurre operazioni di contrabbando del petrolio siriano.
Stando alle carte, il Pentagono, la CIA e contractor privati sarebbero coinvolti in operazioni di contrabbando del petrolio, portando a guadagni complessivi pari ad oltre 30 milioni di dollari al mese.
Nel corso del recente passato, Trump ha più volte confermato la sua 'passione' per il petrolio, rivendicando il diritto del suo Paese di occupare i siti petroliferi siriani e di disporre degli stessi.