Due uomini di nazionalità britannica sono stati accusati di essersi appropriati indebitamente di monete e gioielli di epoca vichinga del valore complessivo pari a 3,5 milioni di euro.
George Powell e Layton Davies, questi i nomi degli accusati, hanno rinvenuto il prezioso tesoro, appartenente ad una collezione antica di 1100 anni di re Alfredo il Grande, avvalendosi dell'utilizzo di metal detector e pianificavano di rivenderlo sul mercato nero in diverse tranches.
I magistrati hanno affermato che gli oggetti, un anello d'oro, un bracciale d'oro, un lingotto d'argento, una collana di quarzo del V secolo e ben 300 monete d'oro, nonostante si trovassero in Inghilterra, sono di chiara fattura vichinga e sono stati dissotterrati presso una fattoria a Leominster, nella regione dell'Herefordshire, il 2 giugno 2015.
Secondo la tesi accusatoria, Powell e Davies, dopo aver portato alla luce il bottino, avrebbero cominciato immediatamente a piazzare alcuni dei pezzi della collezione sul mercato, violando la legge in quanto tutti i gioielli ritrovati appartengono di diritto alla corona inglese.
Su internet sono state condivise diverse fotografie, tra cui, in particolare, una raffigurante un anello d'oro con delle intarsiature vichinghe di pregevolissima fattura.
Metal detectorists convicted of trying to sell £3m Viking treasure hoard on black market https://t.co/dblfuuJeKU pic.twitter.com/Rbe9vVbsNT
— kellyman (@kelie003) 22 ноября 2019 г.