"Why not?": così risponde Matteo Salvini alla domanda su Mario Draghi presidente della Repubblica, che il giornalista Mario Giordano gli aveva posto durante la trasmissione Tv Fuori dal Coro. “Nel caso”, ha aggiunto poi l’ex ministro dell’Interno, “in cui cada questo governo attaccato con lo scotch il presidente della Repubblica non potrà che restituire la parola agli italiani”.
"Ma Mario Draghi Presidente della Repubblica lo voterebbe?"
— Fuori dal coro (@fuoridalcorotv) November 6, 2019
"Why not..."
Che ne pensate di questa notizia rilasciata da @matteosalvinimi a #FuoriDalCoro? pic.twitter.com/N3J5JH2iNt
Una mossa da decifrare secondo due direttrici. Da un lato, come aveva rivelato Matteo Renzi durante la Leopolda, il fronte Ursula promosso da Prodi delle forze che avevano votato la Von Der Leyen come Presidente della Commissione Europea, si era compattato sulla necessità di garantire, alla fine del mandato di Sergio Mattarella nel 2022, un parlamento a maggioranza filoeupeista. Questo per garantire un nuovo Presidente della Repubblica in linea con Bruxelles e con gli stati membri. Un sostegno della Lega a Draghi scardinerebbe il collante che tiene unita alla maggioranza e assicurerebbe l'Europa in caso di elezioni anticipate. Elezioni che Matteo Salvini non ha mai smesso di chiedere.
Dall'altro lato, l'espressione di un presidente come Mario Draghi, non solo europeista ma anche reggente della BCE durante il periodo più buio della crisi economica, potrebbe riflettere la convergenza tra Lega e FdI e Forza Italia, che non si colloca nel panorama sovranista ma resta un partito liberal-cattolico. Un segno di ritrovate convergenza e armonia tra le forze di centrodestra dopo la manifestazione del 19 ottobre.