"L'Arabia Saudita ha quasi le dimensioni di un continente, è più grande dell'intera Europa occidentale. Ci sono minacce da tutte le parti. È difficile tenere sotto controllo completamente tutto", ha detto il principe.
Ha aggiunto che la difesa aerea dell'Arabia Saudita include i sistemi missilistici American Patriot e Hawk, che non sono progettati per distruggere i droni.
Al Saud ha definito l'attacco alla raffineria una "stoltezza". "Solo un idiota totale può pensare di poter impedire un export di petrolio che rifornisce il cinque percento del mercato mondiale. L'obiettivo strategico degli aggressori era solo quello di confermare che sono davvero stupidi", ha detto.
L’attacco con droni
Diverse strutture della compagnia di oil&gas saudita Saudi Aramco sono state attaccate da droni il 14 settembre, dopo di che il regno è stato costretto a tagliare la sua produzione di petrolio di oltre la metà.
Nonostante i ribelli Houthi si siano assunti la responsabilità dell'attacco, milizie contro cui la coalizione araba guidata dall'Arabia Saudita sta combattendo da anni, Riyad e Washington hanno incolpato Teheran per l'accaduto. In Iran, l'hanno definita una menzogna. Il governo ha sottolineato che gli attacchi alle strutture petrolifere danneggiano l'intera regione e ha osservato che tali accuse sono tradizionali per gli Stati Uniti e non sorprendono.
Nonostante la mancanza di prove del coinvolgimento dell'Iran nell'attacco, Trump ha incaricato d'inasprire in modo significativo le sanzioni contro Teheran.