A riferirlo è il sito ItaMil Radar, secondo cui è probabile che l'attacco sia stato condotto da aerei droni Reaper MQ9, partiti dalla base militare NAS di Sigonella.
Il raid aereo è stato coordinato con il GNA, il governo riconosciuto dalla comunità internazionale presieduto da Al Sarrj, ed è avvenuto ieri, 24 settembre, nei pressi di Murzuq in Libia. L'attacco condotto dal US Africa Command ha avuto come obiettivo gruppi terroristici dell'ISIS in Libia.
USAF Reapers made two different air strikes in #Libya in last days.
— ItaMilRadar (@ItaMilRadar) September 25, 2019
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Il Generale William Gayler, che ha diretto le operazioni, ha dichiarato che "l'attacco aereo era diretto a eliminare i terroristi dell'ISIS e negare loro la possibilità di condurre attacchi contro il popolo libico. Questi sforzi dimostrano la risolutezza degli USA e dei nostri partner della Libia nel negare ai terroristi una zona sicura".
Nel comunicato si legge che il comando US Africa prosegue nell'impegno diplomatico di stabilizzazione della situazione politica in Libia e di distruggere le organizzazioni terroristiche che minacciano la stabilità della regione.
Le fonti statunitensi riferiscono di 11 terroristi, mentre nessun civile sarebbe stato ferito o ucciso dai bombardamenti aerei.
La presenza dell'Isis nell'area
Le autorità del GNA aveva denunciato l'infiltrazione di cellule dell'ISIS nel territorio di Sirte, ex capitale dello stato islamico. In seguito ad alcuni attacchi avvenuti come rappresaglia, dopo l'arresto di alcuni terroristi, l'esercito aveva dichiarato che "Questo conferma l'attendibilità delle informazioni sulla cooperazione tra le forze di Haftar e l'Isis, nell'esplosione del terrorismo a Sirte e altre aree". Sirte era stata una roccaforte dello Stato Islamico sino al 2016.
La guerra in Libia
La controffensiva del Generale Khalifa Haftar per prendere Tripoli è cominciata lo scorso aprile, con lo scopo di liberare la capitale "dai terroristi". Le unità armate fedeli al governo di Tripoli hanno annunciato l'inizio dell'operazione di risposta "Vulcano di rabbia". Durante i mesi scorsi l'escalation è continuata, con intensi combattimenti fra le due forze. Secondo l'OMS, il bilancio delle vittime negli scontri ha superato le 450 persone, mentre sono più di 2100 i feriti.
Haftar e l’esercito nazionale libico (Lna) sono sostenuti da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Francia mentre il Governo di accordo nazionale (Gna) di Sarraj è riconosciuto dalla comunità internazionale.
L'instabilità nel paese è stata innescata dal rovesciamento del regime di Gheddafi e dall'attacco delle potenze occidentali per la cattura del leader arabo. Il paese si trova ora spaccato a metà e governato da due distinte autorità. Il Parlamento eletto dal popolo si trova a est; mentre a ovest, nella capitale Tripoli, ha sede un Governo di accordo nazionale, sostenuto dall'ONU e dall'UE e guidato da Fayez al-Sarraj. Le autorità della zona orientale agiscono indipendentemente da Tripoli e collaborano con l’Esercito nazionale libico, comandato da Khalifa Haftar.