Libia, 11 vittime tra sospetti militanti ISIS in raid aereo americano - Pentagono

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L'aviazione americana ha ucciso 11 sospetti militanti dell'ISIS in un raid aereo avvenuto nei pressi della città di Murzuq, nella Libia meridionale.

Lo comunica il Pentagono, che fa sapere che l'attacco che ha portato alla morte di 11 sospetti militanti dell'ISIS, ha fatto seguito ad un'operazione simile, avvenuta il 19 settembre.

"Questo attacco aereo è stato condotto per eliminare dei terroristi dell'ISIS e per negargli la possibilità di arrecare danni alla popolazione libica", ha fatto sapere il Generale William Gayler, direttore delle operazioni del Comando USA in Africa.

La guerra in Libia

Nello scorso aprile ha avuto inizio la controffensiva del Generale Khalifa Haftar per prendere Tripoli, con lo scopo di liberare la capitale "dai terroristi". Le unità armate fedeli al governo di Tripoli hanno annunciato l'inizio dell'operazione di risposta "Vulcano di rabbia".  Durante i mesi scorsi l'escalation è continuata, con intensi combattimenti fra le due forze. Secondo l'OMS, il bilancio delle vittime negli scontri ha superato le 450 persone, mentre sono più di 2100 i feriti.

Hafthar e l’esercito nazionale libico (Lna) sono sostenuti da Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Francia mentre il Governo di accordo nazionale (Gna) di Sarraj è riconosciuto dalla comunità internazionale.

Molti militanti dell'ISIS si sono ritirati nelle zone desertiche del sud della Libia dopo aver perso il controllo della città roccaforte di Sirte, approfittando della situazione di caos generale venutasi a creare nel Paese.

L'instabilità nel Paese è stata innescata dal rovesciamento del regime di Gheddafi e dall'attacco delle potenze occidentali per la cattura del leader arabo. Il paese si trova ora spaccato a metà e governato da due distinte autorità. Il Parlamento eletto dal popolo si trova a est; mentre a ovest, nella capitale Tripoli, ha sede un Governo di accordo nazionale, sostenuto dall'ONU e dall'UE e guidato da Fayez al-Sarraj. Le autorità della zona orientale agiscono indipendentemente da Tripoli e collaborano con l’Esercito nazionale libico, comandato da Khalifa Haftar.

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