Matteo Renzi, ex leader del Pd, ha annunciato ieri che avrebbe lasciato il Partito Democratico. L’attuale segretario del Pd Nicola Zingaretti si è detto dispiaciuto nell'apprendere la notizia, sottolineando l’importanza di pensare al futuro dei cittadini del Paese. “Ci dispiace. Un errore. Ma ora pensiamo al futuro degli italiani, lavoro, ambiente, imprese, scuola, investimenti. Una nuova agenda e il bisogno di ricostruire una speranza con il buon governo e un nuovo PD”, ha detto il segretario dem.
Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini aveva esortato Matteo Renzi, nei giorni precedenti, a “non indebolire e non separare il partito”. La reazione di Franceshini alla fuoriuscita di Renzi dal partito è stata più brusca di quella del leader del Pd.
“Nel 21-22 il fascismo cresceva sempre più. Popolari socialisti liberali avevano la maggioranza in Parlamento,fecero nascere i governi Bonomi, Facta1, Facta2. La litigiosità e le divisioni li resero deboli sino a farli cadere facendo trionfare Mussolini. La storia dovrebbe insegnare”, ha affermato il capo delegazione del Pd al governo in un post su Twitter.
Nel 21-22 il fascismo cresceva sempre più.Popolari socialisti liberali avevano la maggioranza in Parlamento,fecero nascere i governi Bonomi,Facta1,Facta2. La litigiosita' e le divisioni li resero deboli sino a farli cadere facendo trionfare Mussolini. La storia dovrebbe insegnare
— Dario Franceschini (@dariofrance) September 17, 2019
Nella serata di ieri il senatore del Pd Matteo Renzi ha comunicato al premier Conte la sua fuoriuscita dal partito, facendo sapere della sua decisione anche al presidente della Camera Roberto Fico e alla presidente del Senato Elisabetta Casellati. Rendendo ufficiale la scissione del Pd, Renzi ha, tuttavia, ribadito il sostegno al governo.