La notizia dell’intenzione del Presidente americano di acquistare la Groenlandia era apparsa inizialmente una boutade e pochi forse l’avevano presa seriamente, a parte le stesse autorità danesi e del territorio semi-autonomo che si erano affrettate a rispondere indignate, ieri però il consigliere economico alla Casa Bianca Larry Kudlow ha confermato che la cosa è stata discussa effettivamente e lo stesso Donald Trump, in un’intervista all’aeroporto di ritorno dalle vacanze, ha confermato ai giornalisti che si sta realmente prendendo in considerazione di tentare l’acquisto della più grande isola del mondo per motivi strategici, pur affermando che non si tratta di un ordine del giorno prioritario.
In precedenza il governo della Groenlandia, che ricordiamo è un territorio autonomo della Danimarca, aveva insistito nell’affermare fermamente che l’isola non fosse in vendita e il Primo Ministro danese aveva definito l’ipotesi semplicemente “assurda”.
Trump nella sua esternazione pubblica ha cercato di legare l'idea di un tale acquisto da parte degli Stati Uniti con la propria area di competenza professionale, affermando che si tratterebbe di "essenzialmente un grande affare immobiliare". Ha poi aggiunto:
"La Danimarca possiede quel territorio, siamo ottimi alleati della Danimarca, la proteggiamo come proteggiamo gran parte del mondo. Quando l’idea è venuta fuori mi sono detto che sarebbe stato da approfondire. Strategicamente è interessante e saremmo interessati, ma ne parleremo un po’ con loro. Non è comunque una questione al primo posto del nostro ordine del giorno”.
La Danimarca è membro della NATO, organizzazione spesso criticata dal Presidente degli Stati Uniti. Trump ritiene che le nazioni membro non paghino abbastanza per il privilegio di aderire a fianco del potente esercito americano. Tali forze americane hanno operato per decenni dalla base aerea di Thule in Groenlandia appunto, la base più settentrionale degli Stati Uniti che fa parte di una rete globale di radar e sensori per avvisi missilistici e sorveglianza spaziale.
La sensazione che la trattativa stia di fatto per iniziare la si è avuta nel momento in cui il Presidente ha detto:
“La Groenlandia è un peso per la Danimarca perché gli costa quasi 700 milioni di dollari all’anno. Quindi la porta in perdita mentre per gli Stati Uniti sarebbe strategicamente molto utile e siamo un grande alleato della Danimarca, la proteggiamo, la aiutiamo e continueremo a farlo”.
Trump ha in programma una visita in Danimarca a settembre, come parte di un viaggio in Euorpa.
Sempre Domenica, durante una visita in Groenlandia, il Primo Ministro danese Mette Frederiksen aveva dichiarato al quotidiano Sermitsiaq:
“La Groenlandia non è in vendita. La Groenlandia non è danese. La Groenlandia appartiene alla Groenlandia. Spero vivamente che nessuno dica sul serio. "
Per una emittente danese aveva poi aggiunto: "È una discussione assurda e (il Primo Ministro della Groenlandia) Kim Kielsen ha chiaramente chiarito che la Groenlandia non è in vendita. Ecco dove finisce la conversazione ".
Il motivo dell’interesse dell’amministrazione americana per la grande isola artica è ben comprensibile guardando semplicemente la carta geografica. Con l’Alaska da una parte e la Groenlandia dall’altra l’intero quadrante artico sarebbe agevolmente controllabile. D’altra parte il Presidente stesso ha apertamente parlato di interesse strategico.