Certamente, aveva disturbato gli animi più sensibili il fatto che la Lega si fosse schierata con il Pd e con Forza Italia su una questione vissuta in termini molto emotivi dalla base pentastellata, ma nessuno aveva pensato di poter aprire una crisi su queste basi.
Inopinatamente, è stata invece la Lega a fare questo passo, prima chiedendo la testa del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Toninelli, e poi ponendo sul tavolo richieste sempre più importanti, fino a deliberare la presentazione di una mozione di sfiducia contro il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che è già stata depositata.
In un precedente commento, si era fatto notare come la richiesta a Salvini di “staccare la spina” si stesse progressivamente rafforzando dentro la Lega e si era cercato di spiegare cosa stesse invece consigliando al Segretario leghista di non interrompere l’esperienza di governo insieme al Movimento Cinque Stelle.
Questi fattori non sono certamente venuti meno, ma sono stati probabilmente scavalcati da altri elementi entrati nel frattempo nel calcolo politico del leader leghista.
La circostanza che il voto sulla Tav abbia contrapposto i Cinque Stelle al Pd potrebbe aver allontanato il pericolo di un accordo a sinistra per mandare la Lega all’opposizione, attenuando uno dei rischi maggiormente paventati da Salvini.
Quanto alle reazioni dell’opinione pubblica, il leader leghista deve essersi convinto di poterla controllare con il proprio carisma e l’intensificazione della sua presenza sul territorio. Resta infine l’incognita giudiziaria, ma non è impossibile che Salvini abbia recentemente ottenuto qualche rassicurazione informale da parte di chi è in possesso o ha comunque cognizione dei contenuti del materiale con il quale è stato imbastito il Russiagate italiano. Questo per quanto riguarda la parte puramente interna della partita.
Ci sono infatti anche aspetti internazionali, il più interessante dei quali riguarda il carattere sempre più anticinese assunto dalla narrazione salviniana, che peraltro si associa non al superamento, ma alla conferma del rapporto con la Russia, rivendicato non soltanto come una necessità economica ma anche come scelta volta a prevenire lo scivolamento di Mosca nella sfera d’influenza di Pechino.
Altri uomini di governo della Lega stanno inoltre sollecitando decisioni in tempi rapidi in favore dell’acquisizione degli F-35.
Per quanto Salvini avesse consentito l’adesione dell’Italia alle nuove vie della seta cinesi, negoziata con il contributo determinante di un Sottosegretario in quota Lega, non è da escludere che il Vicepremier stia aprendo la crisi anche per manifestare una scelta di campo.
Parte della grande partita politica in corso potrebbe pertanto riguardare proprio l’allineamento internazionale dell’Italia, che è a tutti gli effetti da diverso tempo un paese contendibile in balìa di diverse potenze.
Logica vorrebbe ora che il Parlamento italiano venisse rapidamente sciolto e convocate al più presto nuove elezioni. In realtà, tuttavia, proprio la complessità del contesto italiano e dell’ambiente in cui è calato non consente di dar nulla per scontato.
La Lega esige un voto delle Camere sul premier Conte, per farlo cadere. Il Pd sta invece chiedendo che il Parlamento si esprima prima sulla sua mozione di sfiducia contro Salvini. Chiaro l’intento: capovolgere la dinamica del processo politico in corso e verificare la possibilità di una qualche intesa che allunghi la vita della legislatura ed allontani i leghisti dall’esecutivo.
Sulla politica italiana si è abbattuto un temporale agostano dagli esiti imprevedibili.
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.