Contemporaneamente il tasso di crescita è ancora superiore all'obiettivo fissato dal governo cinese, che vuole un'espansione dell'economia pari almeno al +6%. Questi dati mostrano come la seconda più grande economia del mondo sia disturbata dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Non ha perso tempo a commentare questi risultati economici non particolarmente positivi per Pechino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, promotore dell'aumento dei dazi alle merci importate dalla Cina con l'obiettivo di "riequilibrare gli scambi commerciali" con Pechino.
Come al solito, il commento è arrivato con un tweet, in cui ha sottolineato l'efficacia dei dazi, la fuga delle imprese dalla Cina e la necessità per la parte cinese di raggiungere un accordo commerciale.
China’s 2nd Quarter growth is the slowest it has been in more than 27 years. The United States Tariffs are having a major effect on companies wanting to leave China for non-tariffed countries. Thousands of companies are leaving. This is why China wants to make a deal....
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 15 июля 2019 г.
“In Cina la crescita del 2° trimestre è la più bassa degli ultimi 27 anni. I dazi degli Stati Uniti stanno avendo un effetto significativo sulle società che vogliono lasciare la Cina per trasferirsi verso Paesi senza dazi. Migliaia di aziende se ne stanno andando. Questo è il motivo per cui la Cina vuole fare un accordo....”
In precedenza Trump ha affermato che Washington avrebbe proseguito i colloqui con Pechino sulle questioni commerciali e non avrebbe introdotto nuovi dazi sulle merci cinesi importate per un valore di 350 miliardi di dollari.
L'ultimo ciclo di negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina si è concluso a metà maggio senza successo, sullo sfondo di un nuovo aumento dei dazi americani sulle merci cinesi. Gli Stati Uniti hanno aumentato i dazi dal 10% al 25% sui prodotti importati dalla Cina pari a circa 200 miliardi $.