Le condizioni necessarie perché gli Stati Uniti ammorbidiscano le misure restrittive contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea sono la liquidazione del centro nucleare di Nyŏngbyŏn e il congelamento di tutto il programma nucleare. Lo ha comunicato giovedì Yonhap citando una fonte nell’amministrazione del presidente USA Donald Trump.
Secondo le informazioni pervenute, si tratta delle sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza ONU che limitano le esportazioni di carbone e tessuti dalla Corea del Nord, principale fonte di guadagno del paese. La sospensione di queste sanzioni aiuterebbe i due paesi a raggiungere un compromesso dopo il fallimento del secondo summit dei due leader, svoltosi in Vietnam il febbraio scorso.
“Dopo l’inizio delle trattative da parte dei gruppi di lavoro la Casa Bianca vuole determinare le condizioni alle quali potrebbe cominciare il processo di denuclearizzazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea”, ha spiegato la fonte.
Il periodo di sospensione delle sanzioni potrebbe essere prolungato se il processo avrà un ritmo sostenuto. Con “congelamento del programma nucleare” gli americani intendono la rinuncia da parte di Pyongyang alla produzione di ulteriori testate nucleari, plutonio per armi e uranio altamente arricchito in futuro.
Il presidente USA Donald Trump e il presidente nordcoreano Kim Jong-un nel 2018 a Singapore hanno tenuto il primo summit della storia tra i leader dei due paesi e firmato un documento comune. Pyongyang ha preso impegni sulla denuclearizzazione della penisola coreana in cambio di garanzie di sicurezza da parte di Washington. Il secondo incontro tra i due leader si è tenuto ad Hanoi, in Vietnam, il 27 e 28 febbraio di quest’anno. In questa occasione Trump e Kim Jong-un non hanno potuto raggiungere alcun accordo e non hanno firmato nuovi documenti.
Il 30 giugno Trump durante un viaggio in Corea del Sud ha visitato la zona demilitarizzata al confine tra i due stati coreani e, nel punto di confine di Panmunjeom, ha nuovamente incontrato Kim Jong-un.