Gli astrofisici della Johns Hopkins University hanno analizzato la luce di 70 stelle nella galassia vicina, la grande nube di Magellano, utilizzando un nuovo metodo, che consente di ottenere immagini veloci. Queste stelle Cefeidi variabili cambiano luminosità con una velocità prevedibile. Questa proprietà viene utilizzata per misurare le distanze tra le galassie.
Il solito metodo di misurazione è estremamente lungo. Il telescopio spaziale Hubble può osservare solo una stella per ogni rivoluzione di 90 minuti attorno alla Terra. Con l'aiuto del nuovo metodo DASH, gli scienziati sono riusciti a studiare una dozzina di Cefeidi allo stesso tempo.
I dati ottenuti hanno permesso ai ricercatori di calcolare la costante di Hubble, che fornisce la velocità di espansione dell'Universo. Combinando queste osservazioni con altri dati ottenuti dagli scienziati in Cile, Stati Uniti ed Europa, e lavorando al progetto Araucarica, gli astrofisici hanno spiegato la vera luminosità delle Cefeidi.
Dati più accurati hanno permesso di ricalcolare la costante di Hubble. Il risultato, tuttavia, non corrisponde al valore calcolato in precedenza dal satellite Planck dell'Agenzia Spaziale Europea.
L'attuale tasso di espansione dell'universo è 74,03 km/s per megaparsec.
"Questa non è solo la divergenza tra i risultati dei due esperimenti. Misuriamo qualcosa di fondamentalmente diverso. In un caso, il tasso di espansione dell'universo, oggi, mentre lo osserviamo; nell'altro, una previsione basata sulla fisica dell'universo primitivo e su quanto rapidamente si espanderà. Se questi valori non coincidono, allora, molto probabilmente, ci manca qualcosa", ha spiegato il professor Adam Rais, il capo del progetto.
Come suggerito da un gruppo di ricercatori statunitensi, le stranezze nell'espansione dell'universo possono essere spiegate dalla prima energia oscura, apparsa poco dopo il Big Bang e ha coperto lo spazio con qualcosa di simile all'antigravità cosmica, dando accelerazione all'universo.