Dopo un indirizzo di saluto del Presidente Vladimir Putin letto ai convenuti da Nikolay Patrushev, la visione russa è stata enunciata da una serie di interventi di alto profilo, che sono stati pronunciati dal Ministro della Difesa Serghey Shoyghu, dal Ministro degli Esteri Serghey Lavrov e dal Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate, Valery Gerasimov.
È stato in particolare lamentato il progressivo smantellamento del sistema di controllo degli armamenti costruito durante la Guerra Fredda, la cui responsabilità è stata prevalentemente attribuita alla volontà statunitense di enfatizzare il primato militare dell’America, svincolando unilateralmente Washington dal rispetto di ogni genere di accordo. Non si tratterebbe neppure di una tendenza recente perché, è stato sottolineato, il trend è iniziato molti anni fa, con gli attacchi mossi dagli americani e dai loro alleati alle fondamenta del diritto internazionale.
Si è fatto altresì cenno alla rivitalizzazione della Dottrina Monroe in America Latina, che starebbe traducendosi in interferenze importanti negli equilibri interni di una serie di Stati, primi tra i quali Cuba ed il Venezuela.
Il diffuso aumento dell’instabilità, peraltro, sarebbe favorito anche da alcune caratteristiche dell’attuale sistema internazionale, come l’accelerazione del processo di globalizzazione. Anche lo sviluppo dei flussi migratori starebbe concorrendo ad un’erosione generalizzata delle sovranità nazionali che incontra crescenti resistenze.
Ha suscitato interesse l’attiva partecipazione alla sessione inaugurale del viceministro saudita della Difesa, Khaled bin Salman, che nella circostanza ha rinnovato l’impegno preso dal suo paese nella lotta al terrorismo internazionale, criticando con forza alcuni aspetti della politica estera e di sicurezza dell’Iran, a sua volta presente alla Conferenza con il proprio Ministro della Difesa, Amir Hatami: un ufficiale dell’Artesh (l’Esercito regolare di Teheran), che dal canto suo ha denunciato il sostegno offerto dagli Stati Uniti ai regimi più tirannici del Medio Oriente. Assume di per sé una sua rilevanza il fatto che a Mosca sia stato possibile portare i rappresentanti di due paesi che sono ormai da tempo in rotta di collisione.
Considerazioni sono state altresì destinate al tema della militarizzazione dello spazio, argomento sul quale si sono misurati esperti americani, cinesi, europei e russi. Se da parte statunitense sono giunte interessanti ammissioni circa le prospettive future delle armi spaziali, cinetiche o ad energia diretta, alcuni europei hanno osservato come sia in pieno sviluppo una dimensione verticale della sicurezza, che si snoda dai cavi sottomarini agli strumenti basati nello spazio, rispetto ai quali vi sarebbero ben poche difese efficaci da terra. I cinesi, infine, hanno ribadito la loro attuale concezione dello spazio come global common di cui garantire il pacifico ed incontrastato godimento, evidenziando l’ampiezza del divario che ormai li divide dagli Stati Uniti anche in questo campo delicato.
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