Chi è Caio Giulio Cesare Mussolini, il candidato di Fratelli d'Italia per le Europee? (ESCLUSIVA)

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Caio Giulio Cesare Mussolini, cinquantunenne pronipote del Duce sarà il candidato nella circoscrizione Sud dal partito “Fratelli d’Italia” guidato da Giorgia Meloni, alle prossime elezioni europee del 26 maggio.

Caio Giulio Cesare Mussolini è figlio di Guido e nipote di Vittorio Mussolini quindi bisnipote di Benito Mussolini. È nato in Argentina nel 1968. Ha trascorso l’infanzia e l'adolescenza tra l’Italia e il Venezuela, poi, entrato nell’Accademia Navale di Livorno, ha fatto carriera fino a raggiungere il grado di Tenente di Vascello ed il comando della Nave Gorgona nel 1998. Durante gli anni di servizio ha partecipato a diversi corsi e missioni, sia in Italia che all’estero. Dopo il congedo, nel 2002 ha iniziato a lavorare per Oto Melara (società di Finmeccanica) come Marketing & Sales Area Manager per i sistemi navali in America Latina e Medio Oriente. Come responsabile del Medio Oriente ha coordinato le attività commerciali, di marketing, le relazioni istituzionali e media per le attività delle aziende del gruppo Finmeccanica nei settori della difesa, elettronica e aerospaziale per i paesi del Golfo.

Attualmente è il GM di Drass Middle East in Dubai.

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Cosa ha spinto Caio Mussolini a candidarsi per le europee? Come vorrebbe cambiare l’Europa? Quanto è stato difficile crescere con questo cognome così impegnativo? Perché Facebook ha bloccato la sua pagina? A queste e altre domande risponde in un’intervista esclusiva a Sputnik-Italia il candidato di Fratelli Italia per le Europee Caio Giulio Cesare Mussolini.

– Perché ha deciso di rinunciare al prestigioso lavoro di top-manager e buttarsi in politica?

– Io non ho rinunciato il mio lavoro da manager e continuo a lavorare, adesso in questi giorni un pochino di meno, però il mio lavoro c’è l’ho. Il motivo che mi ha spinto a scendere in politica è stato la voglia di dare un contributo, l’amore per il mio paese e la necessità di migliorare e cambiare molte cose.

– Lei sarà candidato per Fratelli d'Italia. Non era, a Suo avviso, più programmatico scegliere in questo particolare momento storico la Lega, che secondo gli ultimi sondaggi in vista del voto del 26 maggio si conferma il primo partito con il 36,9%? 

– Non è una questione di primo partito. Io ho scelto Fratelli d’Italia perché mi riconosco nei principi e nelle linee guida politiche di FDI, apprezzo la coerenza di questo partito e soprattutto la coerenza del suo leader Giorgia Meloni, poiché è un politico molto capace, giovane, l’unica donna capa di un partito. Penso che in questo momento ci siano grossi margini per poter crescere e credo anche che sia il partito della vera destra in Italia.

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– Lei sarebbe il terzo Mussolini in politica nell'Italia repubblicana dopo Alessandra (appena uscita da Forza Italia e deputata europea uscente) e Rachele (consigliere comunale a Roma). Come hanno reagito alla sua scelta i parenti?

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– Le ho informate. La nostra famiglia è abbastanza grande, ci aggiorniamo spesso. Alessandra è più esperta di me in politica e quando ha saputo che io mi candido, ovviamente mi ha fatto in bocca al lupo. E con Rachele siamo in contatto, lei vive a Roma e quindi spesso ci vediamo. Sono contenti e pensano che io possa dare un buon contributo agli interessi dell’Italia nel Parlamento europeo.

– La sua candidatura, e la conseguente campagna di affissione ha avuta una eco mediatica su molti giornali italiani e internazionali eppure anche ha scatenato i social. È dovuto al suo cognome evocativo?

– Sicuramente c’è stata molta curiosità. Io mi sono presentato in base alle mie esperienze e le mie caratteristiche, con la mia figura professionale. Ovviamente c’è il mio cognome, che ha avuto un ruolo importante nella storia italiana, però, come ho già spiegato in altri occasioni, io direi che quel periodo storico lo dobbiamo lasciare agli storici per studiarlo. Penso invece che bisogna guardare al futuro e non continuare a rivangare il passato. Io mi candiderò al Sud e questo territorio sarà la mia priorità.

– Comunque un Mussolini candidato oggigiorno, quando in molti parlano di ritorno del fascismo potrebbe essere interpretato a rovescio? Come risponde a chi vede il pericolo di un nuovo Ventennio?

– Ci sono stati degli storici e degli intellettuali di destra che lo hanno scritto in maniera molto chiara: il fascismo nasce in un determinato periodo storico, nasce con una guerra e finisce una altra guerra e ovviamente muore con il Duce. Infatti, il famoso storico De Felice sosteneva che più che fascismo bisogna parlare del “mussolinismo”. Sono passati quasi 80 anni dalla fine della guerra e adesso è il momento di concentrarsi sui tanti problemi che abbiamo oggi in Italia e pensare al futuro.

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Trovo abbastanza sorprendenti tutte queste polemiche, specialmente contro di me, che si sono scatenante a sinistra, perché la sinistra non ha più argomenti. Hanno forse perso il contatto con la realtà, con la popolazione. E quindi l’unica arma che rimane loro e che ovviamente tirano fuori ad ogni elezione è l’arma dell’antifascismo. Quindi vedono lo spettro del fascismo dappertutto. Sono ossessionati. Invece dovrebbero pensare molto di più ai problemi dell’Italia, al problema del lavoro, al problema della mancanza delle infrastrutture al Sud, al problema dei giovani che lasciano il meridione e vanno al nord d’Italia o all’estero dopo aver studiato tanto.

- Cosa è successo alla Sua pagina Facebook? Il problema è stato risolto?

– Il problema è stato risolto il giorno successivo anche a seguito dell’eco mediatico che ha avuto questa censura. Censura che lo stesso Facebook non ha saputo giustificare. Cioè hanno chiesto scusa dicendo che era stato un errore tecnico. Però purtroppo la censura continua. La situazione sta diventando molto grave, soprattutto nei miei confronti e non mi permette di essere al pari degli altri candidati. Cioè, gli altri candidati possono esprimersi tranquillamente, mentre io ho dei limiti. Io per esempio, non posso usare lo user name su Facebook con il mio nome e cognome vero, usare @caiomussolini non me lo permette. Ed è una cosa pazzesca! Ho fatto delle prove, mettendo @caiolenin, @caiostalin è stranamente il permesso di creare questo tipo di profilo me lo da. È ridicolo questo, perché Facebook sta diventando la psicopolizia del ventunesimo secolo. È una cosa assolutamente ingiusta - in questo momento sono in contatto con i miei legali e sto pensando di fare una denuncia.  

– Lo slogan di Fratelli d’Italia per le europee dice “In Europa per #Cambiare tutto”. Se fosse eletto all’Europarlamento su quale cosa si impegnerebbe subito e cosa esattamente cambierebbe?

– Tutti i punti importanti per Fratelli d’Italia da cambiare l’Europa sono stati citati nella conferenza programmatica. Le priorità per me sono: il lavoro (bisogna assolutamente creare gli incentivi affinché i giovani al Sud possano rimanere e non siano obbligati ad andare via), bisogna anche tornare a fare investimenti in settori che siano produttivi e poi ci sono altre aree dove si può fare molto. Ovviamente non è tutto colpa dell’Europa e questo è stato detto da noi in maniera molto chiara. Però noi dobbiamo andare in Europa per contare di più e portare avanti delle idee chiare, soprattutto per tutelare gli interessi dell’Italia. Quindi, si va in Europa per più Italia in Europa.

– Lei è nato in Argentina e ha vissuto poi a lungo in Venezuela. Come valuta gli ultimi sviluppi in questo paese fortemente “ferito”? Quale, secondo Lei, potrebbe essere soluzione migliore per il popolo venezuelano?

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– Il Venezuela è un paese che io ho nel mio cuore, è un paese dove sono cresciuto, studiato, lavorato e ho ancora tanti amici. Era dei paesi più ricchi e belli del mondo che è stato distrutto dalle politiche assolutamente anacroniste realizzate prima da Chavez e adesso da Maduro che hanno ridotto il paese alla fame. È una cosa che mi rattrista molto. Purtroppo politicamente l’Italia può fare poco perché in questo momento esiste un governo innaturale che non ha una linea politica univoca sulla questione venezuelana. Abbiamo il sotto-segretario degli Esteri Manlio Di Stefano che appoggia Maduro e dall’altra parte c’è il sottosegretario degli Esteri Guglielmo Picchi che supporta Guaidò. Ricordiamo che in Venezuela ci sono più di 160 mila italiani. E anche su questo Fratelli d’Italia ha avuto una posizione molto chiara a supporto della popolazione italiana di Venezuela e del presidente ad interim Guaidò.   

– Al voto manca oramai un mese. Quali sono le Sue aspettative?   

– Sicuramente io ho un cognome che fa parte della storia italiana. Nel mio caso però vorrei chiedere agli elettori di valutare cosa ho fatto nella vita, ho lavorato per 15 anni nella marina militare al servizio del mio paese, dopodiché ho continuato lavorando per le aziende italiane a tutelare e cercare di spingere gli interessi economici dell’Italia all’estero. Quindi, penso di avere tutte le carte per poter dare un contributo concreto a favore del nostro paese in un contesto come quello del Parlamento europeo. E ovviamente spero che la gente riesca a vedere Fratelli d’Italia veramente partito della destra che tutela interessi italiani non solo a parole ma con i fatti concreti. Basta ricordare che il Global compact è stato bloccato grazie a Fratelli d’Italia.

L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.

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