L’articolo di Eisenberg non lasciava molto spazio alle interpretazioni, lo trovate nella sua versione integrale a questo link che rimanda alla stessa Ambasciata USA in Italia. Già il titolo parlava da sé: “Russia e Cina aggressive NATO decisiva”. L’Ambasciatore Razov, pure sempre molto discreto nelle sue manifestazioni esterne, vistosi chiamare in causa direttamente il ruolo della diplomazia russa, non ha potuto fare a men
o di rispondere con una missiva indirizzata a sua volta alla stessa redazione del quotidiano italiano. Per correttezza, come vi abbiamo indicato il link alla lettera integrale dell’Ambasciatore Americano, qui di seguito riportiamo la lettera dell’Ambasciatore russo nella sua versione integrale.
"Caro Direttore,
Ha attirato la nostra attenzione un articolo dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia apparso sul Suo autorevole quotidiano in data 31 marzo 2019, pretenziosamente intitolato “Russia e Cina aggressive. La Nato decisiva” A quanto pare l’occasione commemorativa – il settantesimo anniversario della costituzione dell’Alleanza – ha spinto il rappresentante americano a superare nelle sue valutazioni pubbliche i limiti della moderazione e dell’avvedutezza proprie della nostra professione. A questo proposito non possiamo non condividere con i lettori del giornale alcune riflessioni.
Salta immediatamente agli occhi un’affermazione alquanto dubbia che si può riassumere con: la NATO a guida USA sono gli unici “garanti della pace e della sicurezza”. Si crea l’impressione che meccanismi internazionali e regionali quali ONU, OSCE, Consiglio d’Europa e altri, neanche menzionati nell’articolo, semplicemente non esistano.
Siamo sicuri che anche l’affermazione secondo la quale la Nato sarebbe “l’alleanza di maggiore successo nella storia” susciti dubbi in molti osservatori obiettivi. In realtà il blocco politico militare creato durante la “guerra fredda” con l‘unico scopo di contrapporsi all’URSS non ha saputo, neanche dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica, adattarsi alla realtà del mondo moderno, non di rado preferendo agire con interventi armati, aggirando il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. È sufficiente ricordare un altro anniversario – stavolta tragico – 20 anni dai bombardamenti della Jugoslavia che hanno provocato tante vittime e macerie nel centro dell’Europa. Oppure l’operazione NATO contro la Libia nel 2011 il cui carattere distruttivo è oggi riconosciuto anche da alcuni membri del blocco.
È assurdo sentire accusare il nostro paese di violare la stabilità nucleare globale e i relativi trattati da parte del rappresentante di uno stato che unilateralmente nel 2002 ha intenzionalmente denunciato il fondamentale Trattato a tempo indeterminato sulla limitazione dei sistemi di difesa antimissile del 1972 e oggi, rifiutando ogni forma di dialogo e ignorando le fondate preoccupazioni russe, distrugge un’altra pietra angolare dell’architettura della sicurezza: il Trattato sui missili a medio e corto raggio.
Non meno prive di fondamento, alla maniera accusatoria oggi popolare del “Highly likely”, (Altamente probabile) sono le parole del rappresentante americano a proposito dei presunti “attacchi cibernetici russi all’Agenzia Mondiale antidoping e all’Organizzazione per la Proibizione delle Armi chimiche” e del famoso incidente in Gran Bretagna. La Russia ha fornito più volte spiegazioni esaustive su tali questioni.
Una delle poche tesi contenute nell’articolo che non suscitano obiezione è quella secondo la quale per la NATO sarebbe preferibile “avere Mosca come amico piuttosto che come nemico”. La Russia per parte sua ha più volte dichiarato di restare disponibile alla collaborazione e all’interazione, anche con i paesi NATO. A questo fine esistono tutti i meccanismi necessari, per esempio il Consiglio Russia-NATO. In ogni modo bisogna guardare al futuro, costruendo rapporti nello spirito della parità dei diritti e del dialogo basato sul reciproco rispetto."
Sergey Razov