Questo sistema non è l’unico prodotto del comparto di ingegneria militare russo nell’ambito della guerra radio-elettronica. Sputnik vi parla dei sistemi più potenti di cui dispongono i militari.
Reazione esplosiva
I primi sistemi Rtut-BM sono entrati negli armamenti nel 2013. Questo sistema è la versione ammodernata degli Rtut-BM degli anni ’80. Il suo compito principale è difendere le posizioni delle truppe dai missili guidati e dai proiettili d’artiglieria mediante spolette di prossimità.
Il sistema di guerra radio-elettronica è collocato sul cingolato MT-LB. I Rtut-BM rilevano i proiettili nemici in avvicinamento, determinano la frequenza della spoletta e inviano in direzione del dispositivo un segnale identico ma di potenza superiore in modo da ingannarlo. Il proiettile, dunque, non riesce a raggiungere il bersaglio. Per creare quest’interferenza servono solo alcuni millisecondi. Il sistema agisce in maniera automatica, a comandare il mezzo vi sono due persone e per dispiegare il sistema servono non più di 10 minuti.
Un sistema Rtut è ricoperto da una cupola difensiva di 500.000 m2. Inoltre, il sistema smorza le frequenze sulle quali l’avversario mantiene il collegamento radio.
Un altro sistema moderno di guerra radio-elettronica è il Krasukha. Le sue caratteristiche tattico-tecniche sono segretate, ma è noto che il Krasukha sia in grado di reprimere droni e radar del sistema aviotrasportato AWACS del nemico. In futuro questi sistemi riusciranno a contrastare gli attacchi a quote molto elevate e anche nello spazio: infatti, stanno imparando a smorzare i satelliti-spia e a creare intorno a sé una zona morta impenetrabile ai mezzi di intelligence del nemico.
Protezione invisibile
La guerra radio-elettronica, sempre più complessa nei combattimenti odierni, non è solo terrestre, ma anche aerea. Probabilmente il sistema russo più noto di guerra radio-elettronica aviotrasportata è Khibin che è entrato negli armamenti dell’Aeronautica militare russa nel 2014. È stato messo a punto appositamente per il caccia Su-34. Il sistema è stato impiegato sia durante addestramenti effettuati in Russia sia durante i combattimenti in Siria.
I Khibiny vengono posizionati alle estremità delle ali e garantiscono una protezione individuale del velivolo rendendolo di fatto invisibile ai radar nemici. Dunque, identificare e distruggere l’aereo diventa un compito ben più complesso. Anche se il nemico riuscisse a lanciare proiettili verso il velivolo, i Khibiny con buona probabilità riuscirebbero a confondere le componenti elettroniche dei missili e a modificarne la traiettoria.
Chi si occupa del progetto non si è fermato ai traguardi raggiunti. Infatti, dopo l’incidente dell’Il-20 in Siria la Concern Radio-Electronic Technologies ha annunciato la creazione di sistemi di difesa di bordo guidati che sfruttano nuovi principi fisici. In particolare, questi saranno in grado di creare delle barriere gassose che renderanno il velivolo invisibile ai missili del nemico su tutte le bande (infrarossa, laser, radio).
Atterraggio coatto
Un altro campo di applicazione della guerra radio-elettronica è la lotta agli aeromobili a pilotaggio remoto (APR). Questo mezzo di ricognizione e trasporto di piccole bombe viene usato sempre più spesso sia dagli eserciti regolari sia dai gruppi terroristici. I combattenti ritengono che gli APR siano convenienti, facili da utilizzare e che sia difficile determinare il loro punto di lancio. Il Ministero russo della Difesa ha più volte segnalato attacchi di massa effettuati da piccoli droni alla base area di Hmeimim in Siria. Gli ingegneri russi hanno dovuto in via eccezionale escogitare metodologie efficaci per contrastarli. I nuovi sistemi permettono di rilevare in anticipo gli APR, di colpirli con i sistemi di difesa contraerea e di farli atterrare in maniera coatta.
Ad esempio, il sistema Silok creato appositamente per il contrasto agli APR è il prodotto più all’avanguardia nel settore della guerra radio-elettronica: in maniera automatica rileva la presenza di droni, determina autonomamente le loro coordinate e poi, agendo sui loro canali di comando, ne altera i collegamenti e la telemetria.
Va detto che nell’ultimo periodo ai soldati russi capita sempre più spesso di far atterrare i droni che entrano nello spazio aereo crimeano da parte ucraina. Secondo una fonte che opera nelle strutture di potere della repubblica, di norma si tratta di aeromobili messi insieme in maniera amatoriale con componenti stranieri. Come dimensioni e caratteristiche sono simili all’Orlan-10 russo.
Gli esperti hanno anche elaborato una determinata tattica di interazione tra i sistemi di difesa contraerea e di lotta radio-elettronica. Queste due tipologie di sistemi, infatti, non solo seguono gli APR nemici e li intercettano, ma ne decodificano anche il tragitto programmato e le missioni. Va detto che già qualche anno fa la distruzione degli APR era considerata prioritaria. Oggi vengono fatti atterrare in maniera coatta sempre più spesso, cosa che è decisamente più utile per ottenere preziose informazioni.