Data la dimensione del personaggio, eminenza grigia profondamente inserita in quello che chiama “l’Occidente”, bisognerà cogliere nel suo consiglio una profezia.
E pazienza se lo dicesse questo “Chris”, anche se sembra proprio che parli con conoscenza di causa sulle cose che stanno per avvenire in “Occidente”, riecheggiando valutazioni che (come vedremo più sotto) vengono espresse in altissimi ambienti. Ma lo dicono, improvvisamente allarmati, Pat Buchanan, il paleo conservatore, e Tulsi Gabbard, la democratica più ragionevole, intelligente e ex colonnello.
“Trump deve chiudere la lista dei nuovi membri della NATO”, esorta Buchanan: “Quando incontra il segretario generale della, NATO Jens Stoltenberg, il presidente dovrebbe dargli un messaggio diretto: L’elenco dei membri della NATO è chiuso. Per sempre. Gli Stati Uniti non forniranno più garanzie di guerra per combattere la Russia per proteggere i confini avanzati nell’Europa orientale, quando il nostro confine meridionale sta sanguinando copiosamente. Nessuno ne ha più bisogno di Stoltenberg, che a Tbilisi in Georgia, il 25 marzo, ha dichiarato al mondo: “I 29 alleati hanno chiaramente affermato che la Georgia diventerà un membro della NATO”. […]
“Non siamo infognati già in abbastanza liti che potrebbero portare a nuove guerre – con l’Iran nel Golfo, la Cina nel Mar Cinese Meridionale, la Corea del Nord, la Russia nel Mar Baltico e il Mar Nero, il Venezuela nel nostro emisfero – oltre all’Iraq, Siria, Yemen, Afghanistan e Somalia dove stiamo già combattendo? […] e portare l’Ucraina nella NATO sarebbe una manifestazione di pazzia ancora più grande che portarci la Georgia”.
Ancora più esplicito è Robert Kagan: stella di prima grandezza dei neocon j che ha spinto l’America alle guerre per Sion, fondatore del Project for a New American Century (il gruppo che previde la necessità di “una nuova Pearl Harbor” un anno prima dell’11 Settembre), il marito di Victoria Nuland (la finanziatrice del golpe di Kiev). Ora, su Foreign Affairs, la rivista del Council on Foreign Relations, Kagan dedica un lungo articolo alla possibilità di una guerra europea.
“Torna la Questione Tedesca”
“La Germania democratica e amante della pace che tutti conoscono e amano, è cresciuta nelle particolari circostanze dell’ordine internazionale liberale dominato dagli Stati Uniti”, continua Kagan: ordine basato su quattro pilastri. “la garanzia di sicurezza degli Stati Uniti ai paesi europei”, che ha consentito il loro disarmo; “il regime internazionale di libero scambio”, “la ascesa democratica”, e “la soppressione di ogni nazionalismo”.
Oggi, la Germania è diventata “ancora una volta la forza dominante in Europa”, in senso economico. “L’Europa centrale è diventata la catena di sub-fornitura della Germania ed effettivamente parte della “economia tedesca dei vasti spazi”, una versione ventunesimo secolo della Mitteleuropa. Il resto dell’Europa è diventato il mercato di esportazione della Germania”.
Peggio ancora, Donald Trump incita gli europei a spendere di più per la loro difesa, lasciando intendere che “mamma America” è stufa di garantire la loro sicurezza; “Estremamente ostile all’UE, l’amministrazione Trump incoraggia la rinazionalizzazione dell’Europa, […] abbraccia Viktor Orban in Ungheria, Marine Le Pen in Francia a Matteo Salvini in Italia, Jaroslaw Kaczynski in Polonia”. E non basta:
“Oltre a incoraggiare il nazionalismo di destra e la dissoluzione delle istituzioni paneuropee, l’amministrazione Trump si è rivoltata contro il regime globale di libero scambio che sottende la stabilità politica europea e tedesca”. Insomma sta distruggendo i pilastri che tengono buona, democratica e pacifista la Germania.
“Immaginate quali gli effetti di una pressione e di un confronto ancora più grandi: una contrazione dell’economia tedesca e, con essa, il ritorno del nazionalismo risentito e dell’instabilità politica. Ora immaginate che la Grecia, l’Italia e altre deboli economie europee stiano vacillando e necessitino di ulteriori (sic) salvataggi tedeschi che potrebbero non essere dati. Il risultato sarebbe il riemergere del nazionalismo economico e delle aspre divisioni del passato”.
Insomma: “La Germania nella sua forma attuale è un prodotto dell’ordine mondiale liberale; è tempo di pensare a cosa potrebbe accadere quando quest’ordine sarà sgretolato”.
Così Kagan, mettendo insieme tutti gli incubi che hanno ossessionato l’ebraismo politico per due secoli, e rivelando i veri terrori storici di quel particolare establishment, che notoriamente soffre di “Stress Pre-Traumatico”, e che vede l’ordine che ha costruito in gran parte per neutralizzare la Germania, sta cadendo in pezzi.
Non importa commentare quanto sia errata la sua analisi; importa capire che questa è la loro percezione della deriva europea. La presenza accanto a Trump di personaggi come John Bolton e Armiage assicura che l’asse neocon è in grado di influenzare il presidente.
Questo Establishment sta elaborando progetti per riportare “sotto” la Germania. Magari – sta pensando – una guerra “atlantica” in Europa contro la Russia può servire allo scopo? Le provocazioni di Stoltenberg e della NATO che vuole l’Ucraina fra i suoi membri, servono a quello? Come le particolari alleanze coi paesi dell’ex Patto di Varsavia, che hanno conti storici da regolare con Mosca e sperano – contano – sul sostegno bellico americano per regolarli?
Istruttivo apprendere che hanno anche fatto un sondaggio molto vasto tra le popolazioni della NATO:
“In caso di attacco della Russia, quale paese della NATO non sareste disposti a difendere?”. Il risultato non piace affatto al capo della redazione europea di “Politico”.
Shocking. After 70 years under America‘s security umbrella, a majority of Germans would not support defending U.S. against a Russian attack, according to @YouGov poll. Americans still prepared to protect Germany, however. h/t @marceldirsus #NATO #NATO70 pic.twitter.com/L2ikVu70O1
— Matthew Karnitschnig (@MKarnitschnig) 4 апреля 2019 г.
Traduzione: "Scioccante. Dopo 70 anni sotto l’ombrello di sicurezza americano, la maggioranza dei tedeschi non avrebbe sostenuto la difesa degli Stati Uniti contro un attacco russo, secondo il sondaggio YouGov. Gli americani ancora pronti a proteggere la Germania, tuttavia".
Insomma i tedeschi non ne vogliono sapere di difendere gli Stati Uniti “aggrediti dalla Russia”. Con gran dispetto di costui. E nemmeno altri aggrediti, a quanto pare.
Allora si capisce meglio anche la strana profezia di Carlo Jean.
Di Maurizio Blondet
Fonte: Blondet & Friends
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