Beppe Grillo figura in quel documento solo come il “garante”, ma senza poteri. Anzi, viene equiparato ai membri del comitato di garanzia e a quelli del collegio dei probiviri, nel senso che a tutti è richiesto di accettare la carica con una semplice comunicazione scritta, ovvero con una mail spedita all’indirizzo del “capo politico”, che è indicato in Di Maio. Per la cronaca il comitato di garanzia fu composto da Vito Crimi, Giovanni Cancelleri, e Roberta Lombardi, mentre il collegio dei probiviri include Nunzia Cataldo, Paola Carinelli e Riccardo Fraccaro.
Soprattutto sono stati molti a rimanere sbalorditi dopo avere assistito all’ultimo spettacolo dell’ex comico genovese in cui la verve polemica del testo — un tempo fulminante — sembra essere sparita per lasciare il posto a interrogativi esplicitamente amari.
A un certo punto, tra una malinconia e un’altra, gli scappa detto: “ci hanno liberato e adesso non capiamo cosa ci succede intorno”. Il pubblico non ride. Infatti non c’è niente da ridere quando si assiste a una seduta, anzi a una sdraiata di auto-psicanalisi. L’impressione, ascoltandolo, è quella di un addio pieno di punti interrogativi, di qualche colpo di reni per alzarsi di nuovo, ma — come accade a chi ha problemi di prostata — “per andare in bagno dieci volte a notte”.
Adesso, dopo la scoperta del documento di due anni fa — siglato nello studio del notaio Valerio Tacchini — si vede meglio cosa è accaduto nei vertici supremi del Movimento, là dove “uno non è mai stato uguale a uno”. Prima di tutto colpisce il fatto che questo documento fantasma non comparve sul Blog delle Stelle in quel momento cruciale che annunciò la “rivoluzione” proprio nel dicembre del 2017. Come mai fu taciuto? Si attendono spiegazioni che difficilmente verranno. Sicuramente la situazione è imbarazzante. Tanto più che avviene in un momento estremamente difficile per le sorti del Movimento, dopo la raffica di gravi insuccessi elettorali nelle regionali, specie in quella della Sardegna.
E uno giuridico, perché esiste a Genova un processo pendente tra chi ritiene di avere il diritto di rappresentare il Movimento 5 Stelle del 2009 e chi sta nel governo dell’Italia con il Movimento 5 Stelle del 2017, quello che ha stravinto le elezioni del 5 marzo 2018. E Grillo dov’è? Grillo non è più un politico e, forse, non ha più voglia nemmeno di essere un comico.
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