— I media occidentali parlano del tentativo da parte del governo russo di sottoporre a censura le informazioni disponibili ai cittadini russi? Cosa si intende in realtà con la creazione di un internet sovrano?
— La concezione di “internet sovrano” ha già fatto parecchio scalpore. Per questo, vorrei sin da subito sottolineare alcuni elementi. L’internet sovrano non presuppone che la Russia avrà il suo intranet privato e che al di fuori di esso saranno lasciati passare solo persone appositamente selezionate provviste di determinati badge. No! L’idea principale è che la Russia debba avere la possibilità di avere un simile intranet chiuso nel caso in cui alla parte esterna della rete succeda qualcosa. Con “succeda qualcosa” i proponenti del disegno di legge intendono principalmente un’aggressione esterna e si riferiscono alla strategia difensiva statunitense nella quale un possibile attacco cibernetico da parte della Russia viene più volte menzionato. Da questo punto di vista il disegno di legge è chiaro e piuttosto logico. Tuttavia, alcuni pensano che ai fini della sicurezza sia sufficiente includere in uno spazio chiuso gli elementi a maggior rischio (il che di fatto è già così), mentre l’inclusione in tale spazio di ogni singola cosa esistente in rete non è tanto un bisogno di sicurezza, quanto una smania di controllo. A questo proposito si potrebbe controbattere: al giorno d’oggi dove ormai tutto è digitalizzato è possibile seminare il panico nella società non solo mandando in black-out la rete elettrica, ma anche privando le persone della possibilità di prenotare un taxi da un’applicazione. Chiaramente esagero, ma i casi di suicidio per illazioni diramate via Whatsapp sono a tutti noti. In fondo, è chiaro il desiderio di utilizzare le infrastrutture digitali, i social media, le piattaforme di messaggistica, quelle di online banking. La gente vuole avere accesso all’intero internet. Mentre la censura, o meglio la possibilità di applicarla, è in questo caso solamente uno degli effetti collaterali. In parole povere, non penso che questo sia l’obiettivo primario del disegno di legge. Piuttosto un suo piacevole (per qualcuno) completamento.
— Come dovrà funzionare l’internet sovrano in Russia? Cosa dobbiamo aspettarci?
— Si prevede che saranno introdotte alcune soluzioni tecniche con l’aiuto delle quali la parte russa di internet in caso di necessità potrà esistere in maniera autonoma indipendentemente da quello che accade nello “spazio interno”. Si tratta di un reindirizzamento interno del traffico e dei domini. Chiaramente queste soluzioni tecniche potranno escludere l’intero traffico esterno e filtrare quello interno. Vi saranno sistemi di blocco che non potranno essere aggirati con proxy server. Apparentemente il caso dell’inefficace blocco di Telegram ha fatto aguzzare l’ingegno agli sviluppatori.
— Come commenta i timori riguardo alle conseguenze impreviste dei tentativi di escludersi temporaneamente dalla rete mondiale e di utilizzare unicamente un RuNet sovrano?
— Come già detto, di per sé la logica del disegno di legge è un’altra: l’internet sovrano serve non per escluderci dalla rete mondiale, ma per sopravvivere se ci obbligassero a uscirne. Chiaramente dietro alle belle parole si può nascondere qualsiasi cosa. In fin dei conti, un isolamento completo dall’esterno è teoricamente possibile, ma tecnicamente di difficile realizzazione.
Dall’altro lato, la possibilità di chiudersi in un guscio avrà effetti positivi in caso di attacchi cibernetici a livello globale o di altre operazioni aggressive. Al momento tutto ciò potrebbe sembrare fantascienza, ma ricordiamoci che tutto ciò che ci sembrava impossibile anni fa ora è realtà. Insomma, io direi che da grandi poteri derivano grandi responsabilità. La possibilità di “spegnere l’interruttore” è un grande potere e averne paura è normale. Ma voglio sperare che le intenzioni di chi vuole impadronirsi di questo potere siano in buona fede e che a tali intenzioni corrisponda anche una buona dose di responsabilità”.
— La creazione di un internet sovrano non creerà una catastrofe mondiale? Se chiuderanno l’accesso alla rete globale in Russia non c’è il rischio che questo causi problemi in altri Paesi il cui traffico passa attraverso la Russia?
— Penso che sia poco probabile, ma non posso dare una risposta competente a questa domanda perché non ho abbastanza conoscenze tecniche in materia.
— Tentando di creare un internet del tutto autonomo, la Russia non lo sta forse indebolendo? Di quest’opinione è Andrew Sullivan, direttore dell’ONG Internet Society (che si occupa di sviluppare e salvaguardare l’accesso a internet): “Se si crea un sistema che si può spegnere, allora questo potrà essere spento anche casualmente”.
— Quello che dice ha senso. La possibilità tecnica di vivere senza il mondo esterno di per sé presuppone che il collegamento con esso possa essere interrotto anche dall’interno. È come una pistola nelle mani di un poliziotto: chiaramente, si presuppone che tacitamente la pistola venga usata a fin di bene e che con il suo aiuto il poliziotto possa difendere i cittadini. Tuttavia, in cattiva fede la stessa pistola può essere usata anche per raggiungere gli obiettivi opposti. Dunque, non ci resta che sperare che le intenzioni di chi deterrà l’interruttore di internet saranno esclusivamente buone. E le casualità in questo caso sono rare. Si tratta piuttosto di premeditazioni.
— È possibile comparare il modello di internet russo con quello cinese? Possiamo e varrebbe la pena di imitare qualche innovazione cinese in questo settore?
— Sì, chiaramente siamo stati “ispirati” dalla Cina, ma io sarei più incline a prendere esempio dai cinesi in altro. Introducendo importanti limitazioni all’utilizzo della rete globale, la Cina ha creato un gran numero di condizioni che permettono all’internet locale di registrare un boom: ad esempio, stimolando le joint venture, creando enti di sostegno al settore, promuovendo la formazione digitale e favorendo il contatto con i grandi committenti. Proprio questi sono gli elementi che io prenderei in prestito dalla Cina per migliorare la rete interna. Chiaramente, per ragioni numeriche le dimensioni del mercato russo non sono comparabili a quelle della Cina, ma il nostro rimane comunque piuttosto importante. Infine, quanto a perfezionamenti tecnici o a personale di talento, ne abbiamo a sufficienza dei nostri.