La cosa brutta è vivere questa sensazione a livello collettivo, ovvero rendersi conto tutti insieme (e contemporaneamente tutti da soli) di andare incontro al baratro, come sospinti da una forza ineludibile. Succede così che, mentre sei in macchina a guardare fuori dal finestrino, o mentre stai facendo la spesa al supermercato, o quando scrolli lo schermo del cellulare per leggere le "news", ti arriva la notizia più letale che si possa immaginare: 3,8 miliardi di persone — 3.800.000.000, scrivo il numero estesamente, per ricordarci meglio — messe tutte assieme guadagnano quanto ventisei esseri umani.
Viviamo su un Pianeta che è drogato, assuefatto, sfinito e stuprato da un'ingiustizia così radicale da non poter nemmeno essere pensata.
Questa orribile, distopica e sconfortante realtà ci è stata squadernata davanti dal Rapporto Annuale sulla diseguaglianza globale, curato dalla nota ong Oxfam International. Ogni anno, le cifre peggiorano: una Caporetto, una Waterloo — insomma, una fragorosa sconfitta — che interroga in profondità la nostra coscienza. Com'è possibile accettare tutto ciò?
Le vittime di questa imbecillità di massa non sono solo gli immigrati sui barconi, o i ragazzi denutriti delle baraccopoli asiatiche o africane, ma anche i giovani europei, i quali sono stati irretiti da un consumismo becero che ha promesso loro un futuro radioso — consegnandogli, invece, un presente soffocante, povero sia a livello materiale sia umano.
Per sfuggire a questo dato di fatto — il peggioramento continuo delle condizioni di vita dei più, il disastro dell'Africa, la disoccupazione, il cambiamento climatico devastante — ci si inventa qualsiasi fesseria: si incolpano gli stranieri, appunto (ma questo è solo il fenomeno più visibile); si incolpano i disoccupati di essere disoccupati; si incolpano i laureati di non voler lavorare; si incolpano le donne di fare figli; si incolpa la scuola di non pensare abbastanza al mercato; si incolpano le generazioni precedenti; si incolpa il debito.
Si tratta di una ridda incredibile di banalità e sotterfugi dispiegata da bocche immonde al fine di omettere una dura verità, vale a dire che il capitalismo è un sistema disumano e anti-umano esattamente quanto il socialismo reale, con la differenza che quest'ultimo, perlomeno, riusciva a mantenere un barlume di Welfare per tutti, mentre il capitalismo di oggi è perlopiù una becera corsa all'arricchimento personale in mezzo a una società divenuta poltiglia. La democrazia è divenuta una pura recita da marionette nella quale non crede più nessuno.
Si stenta a credere che un ravvedimento possa esserci: l'animo delle moltitudini è ormai cablato per il servaggio morale e intellettuale. Gran parte delle persone è convinta, per quanto possa sembrare incredibile, che questo mondo orribile sia l'unico possibile e, addirittura, si è arrivati al paradosso di far credere che i pochi ribelli siano il problema.
Usciamo quindi dalle nostre case, fissiamo l'orizzonte pieno di smog e di inquinamento, schiviamo il cartone dove dorme un senzatetto ed esultiamo: questo è certamente il mondo migliore in cui potessimo nascere!
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