Pripachkin ha osservato che, nella prima fase della cooperazione, saranno forniti servizi di consulenza per aiutare l'Iran a creare un meccanismo sostenibile per l'utilizzo della cripto-valuta nazionale.
"In questa fase il nostro accordo prevede l'interazione a livello di consulenza… la RACIB in questa storia è una piattaforma per lo scambio di contatti e know-how, anche a livello internazionale", ha detto l'esperto.
Egli ha spiegato che il progetto mira a introdurre la cripto-valuta, in un primo momento, nella vita quotidiana delle persone, successivamente renderla uno strumento utile tanto al governo quanto agli investitori.
"La cripto-valuta potrà quindi essere utilizzata nell'attuazione dei contratti governativi. Tutto ciò creerà un mercato interno funzionante. E se gli investitori, compresi quelli stranieri, vedono che questo mercato è attivo e si sviluppa, allora la fase successiva sarà l'accesso a livello internazionale. L'Iran deve seguire l'esperienza del Venezuela, dove il Petro è diventato un mezzo di pagamento per tasse, multe e servizi pubblici".
Riguardo le sanzioni in vigore contro l'Iran, Pripachkin sostiene che è proprio attraverso la creazione di un meccanismo basato sul blockchain che Teheran potrà effettuare le transazioni nelle condizioni di disconnessione delle banche iraniane dal sistema SWIFT.
"La cripto-economia è sovranazionale, e l'uso di misure proibitive per la sua regolamentazione è inefficace", ha aggiunto.
L'esperto è sicuro che l'Iran non avrà problemi ha piazzare la sua cripto-valuta, malgrado figuri nella lista nera dei principali sistemi di cambio, Bittrex e Binance, a causa delle sanzioni statunitensi.
"C'è una serie di sistemi di cambio asiatici interessata ad operare in zone economiche libere, offrendo preferenze per le loro attività. Tra queste ci sono Huobi e OKCoin. Tutto dipenderà dalle condizioni previste dalla legislazione iraniana", ha concluso Pripachkin.