Quanto al "convincere", gli USA hanno una lunga esperienza storica. Lo hanno fatto sistematicamente con gli europei che, per quanto recalcitranti, hanno accettato, pena le bastonate, metaforiche e non metaforiche, le sanzioni alla Russia. Solo che, questa volta, qualcosa non sta funzionando a dovere. E il motivo è che non è affatto sicuro che la faccenda si risolva in una vittoria americana. Per vari motivi. Uno dei quali è che SWIFT (Society for Worldwide Financial Telecommunication) è stato in questi decenni non solo un utilissimo strumento per favorire la globalizzazione finanziaria in tutti i suoi aspetti operativi e per incrementare la velocità crescente degli scambi, ma anche per controllare tutti i movimenti, tanto degli amici quanto dei concorrenti, quanto dei nemici.
Escludere qualcuno non era mai stato fatto, proprio specificamente per questi motivi. Ora Trump ha deciso di colpire l'Iran. In realtà l'idea era già venuta, di escludere la Russia, ma era stata temporaneamente accantonata per ragioni puramente tattiche. L'Iran è più debole e isolato e a Washington, spinti da Israele, pensano di poterlo fare.
Per alcuni di questi privilegiati non è difficile capire al volo il perché. Per altri non è facile: occorrerebbero ulteriori informazioni. Ma per la Cina è chiaro: sanzionarla significherebbe darsi la zappa sui piedi. Troppo grande è il business finanziario che lega le banche cinesi a quelle americane. India, Taiwan, Giappone e Corea del Sud sono alleati essenziali per fare da contrappeso strategico allo strapotere cinese sul Pacifico. La Turchia, con tutti i capricci di Erdogan, non deve essere perduta come pedina (certo da riconquistare) per il controllo del Medio Oriente.
Resta da capire cosa ha risparmiato l'Italia e, ancor più, la Grecia. Ma, come quasi sempre, ci sono partite a scacchi che solo speciali insiders possono conoscere. Se sono in quell'elenco, comunque, a Washington si ritiene che Italia e Grecia possano essere utili per qualche altra operazione. E fermiamoci qui.
Si noterà tuttavia che tutti gli altri paesi europei sono rimasti sotto minaccia. Segnatamente Germania e Francia, oltre alla Gran Bretagna. Ma quest'ultima, essendo ormai fuori dall'Europa, avrà comunque un occhio di riguardo, e Wall Street non farà mai uno sgarbo alla City di Londra.
C'è però un problema che a Trump non può essere sfuggito e, poichè non gli è sfuggito, resta soltanto l'evidenza della esplicita dichiarazione di ostilità che egli ha lanciato all'Unione Europea.
Trump, di nuovo pressato dai suoi finanziatori delle lobbies ebraiche, aveva deciso di uscire dall'accordo, gli europei, con la Russia, e con l'Iran avevano deciso invece di rispettarlo. In attesa della bufera, Bruxelles aveva preso le contromisure. Trump è andato avanti e ha messo l'Europa con le spalle al muro. A questo momento resta da vedere chi è il padrone di casa. Se l'Europa cede sarà una sconfitta fatale. Se non cede, allora dovrebbe sanzionare SWIFT e procedere, per esempio, al sequestro dei server e degli asset della società con tutti i suoi segreti, inclusi quelli che, con ogni probabilità, sono più noti alla Federal Reserve e ai sevizi segreti americani che non alla Banca Centrale Europea.
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