Friedrich Merz: presidente della filiale tedesca di BlackRock. Ossia della multinazionale americana che è anche la più grande entità d'investimento finanziario (speculativo), gestendo patrimoni per 6.400 miliardi di dollari. Un terzo dei quali in Europa.
Per questi caratteri Merz può essere proposto come una versione germanica del brasiliano Bolsonaro che ha appena vinto le elezioni là — di destra, filo-Trump, duro "populista" ma in realtà ultra-liberista e smantellatore di stato sociale. Interessante constatare che anche il candidato Bolsonaro tedesco, Merz, ha subito dichiarato che intende contrastare "la crescita del populismo" puntando di più "sulla identità nazionale".
Le "identità" contro "il populismo" sovranista
Coincidenza: proprio pochi giorni prima, Macron ha dichiarato letteralmente:
"Io credo in un'Europa dei popoli con identità forti ma credo in un'Europa sovrana. Ci sono quelli che ci credono e quelli che non ci credono. Sono questi i nazionalisti".
Je crois dans une Europe des peuples avec des identités fortes mais je crois en une Europe souveraine. Il y a ceux qui y croient et ceux qui n'y croient pas. Ils sont là les nationalistes.
Insomma "Manu" ha fatto del suo meglio per imparare la lezione e le frasi giuste. La euro-oligarchia è ben disposta a convivere con "identitari" da osteria, e anche un po' razzisti, purché lascino la sovranità a loro ("l'Europa") e non la reclamino per sé. Liberi di esercitare il folklore, commuoversi parlando dialetto indossare il costume come i bavaresi col calzoncini di cuoio, ma lascino che a governare sia l'uomo di BlackRock.
L'Alsazia era stata occupata dai prussiano a fine Ottocento; ridivenne francese nel 1918, a prezzo dei milioni di morti della Grande Guerra. Esattamente un secolo dopo — 29 ottobre 2018 — il governo Macron annuncia "la nascita di questa "Collettività d'Alsazia", una entità non più francese, bensì un territorio post-nazionale con la sua propria targa automobilistica, ma sradicata dalla propria storia.
Questo è l'esperimento di una "identità" senza sovranità, cara ai globalizzatori. Il fatto che questa entità extra-.nazionale venga instaurata adsso, nonostante il risorgere dei "populismi", indca che il vero profondo progetto "europeista" continua ad essere imposto nel solito modo — occulto, dietro le quinte. Questo è ancora un vecchio progetto, "l'Europa delle macro-regioni", l'accorpamento di spezzoni di territori, unificati da supposte identità etniche o affinità linguistiche, che frantumano gli Stati e li sostituiscono con queste entità sub-sovrane. Quando era giovane e ben imbeccato, Umberto Bossi ventilò di impegnare la Lega in una di queste macro-regioni, Lombardia-Piemonte-Rhone-Alpes.
Il progetto ebbe una battuta d'arresto, credo, a causa del conflitto jugoslavo: le minuscole nazioni che ne uscirono, Slovenia, Croazia, Bosnia eccetera — si vollero "indipendenti"non si contentarono delle "autonomie" che l'oligarchia transnazionale era disposta a concedere loro; vollero la sovranità politica, — ed è occorso un ventennio per ingabbiarle di nuovo nella prigione di popoli chiamata eurozona. Adesso il progetto è ripreso, per lanciare le "nazioni" contro "i populisti"…
Fonte: www.maurizioblondet.it
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