Nel 1918 la Rada ucraina ha cominciato a inculcare con le baionette tedesche la lingua ucraina in luoghi dove non si era quasi mai sentita. E da allora vi sono periodi in cui queste azioni vengono perseguite con maggiore vigore e altri in cui non è così. Talvolta questa "ucrainizzazione totale" ha assunto forme piuttosto violente.
Ma il 4 ottobre 2018 può essere considerato un punto di svolta di questa lotta contro il russo.
Così, dopo l'approvazione definitiva della legge in Ucraina non vi saranno più scuole russe, ungheresi o rumene. Ai rappresentanti delle varie minoranze viene lasciato con grande magnanimità il diritto di insegnare ai propri figli la lingua madre solamente negli asili e nelle scuole elementari insieme alla lingua principale, l'ucraino. Alle superiori e all'università il russo è del tutto vietato. Ed è già vietato il suo utilizzo a livello istituzionale, nei tribunali, nella comunità scientifica, nell'ambito dei trasporti, della pubblicità e del cinema. Gli spettacoli in lingua russa possono essere presentati, ma devono essere accompagnati dai sottotitoli. Oggi qualunque funzionario statale (anche i medici e i funzionari comunali) possono essere licenziati se non conoscono a sufficienza la lingua ucraina anche in quelle regioni in cui nessuno la parla.
Probabilmente l'unica eccezione a livello di strutture governative è stata fatta per l'esercito. Qui solamente gli ufficiali assunti sono tenuti a parlare correntemente l'ucraino. I soldati semplici, invece, possono morire per difendere gli interessi di Poroshenko anche se non parlano russo. La lingua usata dalla "carne da cannone" non interessa le autorità ucraine.
Ma l'attuale progetto di legge prevede di fatto l'eliminazione della stampa in lingua russa. No, i giornali possono ancora usare qualsiasi lingua, ma a condizione che venga pubblicata anche una versione parallela e integrale in lingua ucraina di ogni numero. Ciò significa un'impennata delle spese di stampa e impaginazione e, in futuro, la scomparsa della stampa che già non sta vivendo i suoi tempi migliori.
Non è possibile non attuare questa legge perché si incorrerebbe in gravi sanzioni penali e pecuniarie. Dopo l'approvazione della legge in Ucraina vi possono multare anche solo se scrivete in russo Kiev o Charkiv, cioè Киев e Харьков. D'ora in poi sono accettati solo Київ e Харкiв.
I guardiani della purezza della lingua possono fare incursione in qualsiasi evento di enti istituzionali, organizzazioni, imprese e richiedere loro documenti per determinare il grado di "colpevolezza" per la mancata conoscenza della lingua ucraina e per l'imposizione di una multa.
Chiaramente queste proposte non hanno incontrato il favore di molti funzionari, la maggior parte dei quali non brilla per conoscenza della lingua ucraina (si ricordi solo come arranca quando parla il ministro ucraino degli esteri Avakov che non ha studiato come si deve né il russo né l'ucraino). Uno dei coautori del progetto di legge finale, Irina Podolyak, ha scritto con dispiacere alla vigilia delle votazioni che rifiutava l'idea degli "ispettori linguistici" poiché "la propaganda del Cremlino aveva raggiunto il suo obiettivo".
Durante i dibattiti la stessa Podolyak ha tentato di tranquillizzare il pubblico dicendo che i diritti delle minoranze linguistiche non vengono violati poiché sono sanciti dalle convenzioni internazionali ratificate dall'Ucraina. Infatti, Kiev è tenuta a tutelare le lingue regionali secondo la relativa Carta europea. Inoltre, secondo le normative europee i diritti di queste lingue già sanciti nelle leggi nazionali possono essere rivisti solamente a favore di un loro ampliamento. Ma durante i dibattiti i deputati hanno più volte maledetto il concetto stesso di "lingua regionale" e hanno ammesso di volerlo eliminare dall'Ucraina.
Il dibattito si è poi concluso addirittura con la soppressione di questo articolo del progetto: "Lo status della lingua ucraina come lingua di stato non può essere addotto come giustificazione per negare i diritti linguistici dei cittadini che appartengono alle minoranze". Ora, dunque, Kiev può negare i diritti linguistici delle minoranze.
Tuttavia, chiaramente, non sentiamo la voce indignata dell'Occidente: quando si tratta dei diritti di lingue e minoranze che non fanno comodo a loro, ormai da 25 anni l'Occidente non vede e non sente nulla.