Lo ha dichiarato al canale televisivo "112 Ucraina", il vice ministro per i "territori temporaneamente occupati" Georghy Tuka:
"Teoricamente è possibile considerare due possibili versioni. La prima è il ricorso al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con la richiesta di una scorta marina. La seconda versione, la meno probabile dal mio punto di vista, è l'impiego delle forze della NATO per l'accompagnamento in mare"
Tuka inoltre ha ammesso di non essere sicuro "che le forze armate della NATO aiuteranno l'Ucraina".
A bordo c'erano dieci marinai russi, tuttavia, le autorità di Kiev li considerano cittadini dell'Ucraina: nove membri dell'equipaggio hanno ricevuto una multa, mentre il capitano rischia la reclusione fino a cinque anni. Soltanto due membri dell'equipaggio sono tornati in Crimea, gli altri rimangono in Ucraina.
Il comando della flotta del mar Nero, dopo il fermo della nave, ha detto che è pronto a garantire la sicurezza della navigazione nelle acque del nord-est del mar Nero e del mar d'Azov.
Successivamente si è appreso che le navi russe controllano le imbarcazioni in navigazione verso i porti ucraini, e ma la direzione regionale dell'FSB in Crimea ha sottolineato che i controlli sono effettuati in conformità al diritto marittimo internazionale.
A Kiev sostengono che a seguito di queste azioni, sono diminuiti gli accessi nei porti di Mariupol e Berdyansk, e gli armatori ucraini stanno accusanto perdite di centinaia di milioni di grivne.