Secondo lo studio di demos-coop, pubblicato recentemente dal quotidiano Repubblica, gli italiani vedono i russi guidati da Vladimir Putin proiettati verso il futuro rispetto agli altri popoli. Gli italiani, come risulta dal sondaggio, non credono più nell'Europa e in prospettiva il capo del Cremlino è considerato il leader più forte.
I media occidentali, compresi quelli italiani, demonizzano Putin e la Russia, nonostante ciò è innegabile la crescente ammirazione nei confronti del presidente russo nell'opinione pubblica italiana. Perché Putin piace agli italiani?
Sputnik Italia ne ha parlato con Luca Leonardo D'Agostini, presidente dell'associazione Madre Russia e autore del libro "Dalla parte del presidente Putin". Il saggio di D'Agostini offre l'analisi delle accuse mosse nei confronti del presidente russo da parte della stampa occidentale, proponendo al lettore un altro punto di vista, basato anche su fonti russe non diffuse in Occidente.
— "Dalla parte del presidente Putin". Luca Leonardo D'Agostini, perché ha deciso di scrivere questo libro?

— Sono un appassionato di Russia da quando ero ancora minorenne, sono più di 30 anni, all'epoca c'era l'Unione Sovietica. Crescendo ho studiato geopolitica e il mondo russo. Ad un certo punto ascoltando i telegiornali, leggendo i giornali ho notato come sgorgava un astio quotidiano nei confronti della Russia, del presidente Putin e del popolo russo.
Ho deciso per questo di scrivere un libro, già dal titolo si capisce la linea che voglio sostenere. Risulta evidente che da una buona parte dell'opinione pubblica italiana c'è apprezzamento nei confronti del presidente Putin. Quello che mi lascia perplesso è che questo tipo di apprezzamento è il risultato di una visione superficiale e basata sull'appartenenza ad una forza politica o meno. Non vi è una conoscenza di fondo della storia russa, della cultura russa e del presidente.
— Secondo un sondaggio di Repubblica infatti per gli italiani il leader del futuro è proprio Putin. Non è il primo studio che rileva la popolarità del presidente russo in Italia. Che cosa ne pensa?
— Mi rammarico che l'apprezzamento sia dovuto non tanto sui risultati ottenuti da Putin. Perché sorge Putin? A cosa è dovuto il 69% dei consensi ottenuto il 18 marzo? Ci sono delle ragioni di fondo, ma gli italiani non le valutano, in realtà apprezzerebbero ancora di più il presidente russo, se non ci si basasse solo su un aspetto empatico. Bisognerebbe conoscere meglio la Russia, sennò si tratterebbe solamente di ammirazione verso un decisionista di fronte a chi non decide.
— Sarà un discorso di empatia, ma il fatto è che Putin piace sempre più agli italiani. Perché secondo lei?
— C'è una disaffezione da parte dell'opinione pubblica occidentale nei confronti dei propri leader e delle politiche che hanno portato avanti per anni. Putin ha ridato al popolo russo l'orgoglio di appartenere ad uno Stato, ogni russo prova questo dentro di sé. L'Italia è il Paese dei campanili, dei guelfi e dei ghibellini. In Italia non è sviluppato il sentimento di sentirsi italiani, se si va nei paesini c'è un provincialismo molto forte e un significativo senso di appartenenza alla comunità locale.

Il livello del tenore di vita dei Paesi occidentali pian piano è andato calando, molte volte si imputa questo problema ad una perdita di sovranità. L'Italia deve rimanere dentro determinati vincoli, spesso delle risorse vengono allocate per progetti che non toccano i cittadini italiani e quindi nasce una disaffezione. Nell'opinione pubblica le persone non si sentono europee. L'Unione Europea è un'unione economica e non dei popoli.
— Nonostante la russofobia della maggior parte dei media italiani, Putin piace comunque agli italiani, la gente non crede più ai giornali?
— La russofobia che viene portata avanti dalle cancellerie e dai media occidentali segue delle logiche geopolitiche. Quando c'era Boris Eltsin l'opinione pubblica occidentale non era russofobica, lui veniva presentato come un leader democratico e come il miglior presidente possibile. Ci ricordiamo tutti le magre figure che fece purtroppo quel presidente.
Oggi la strategia politica occidentale mira al fatto che il presidente Putin debba essere sostituito con un leader più malleabile. Sono logiche che però all'opinione pubblica non interessano, perché sono livelli diversi. Dal punto di vista della stragrande maggioranza delle persone queste logiche per fortuna non fanno breccia. Basterebbe viaggiare un po' per capire che in Russia non si mangiano i bambini.
— Un riavvicinamento fra l'Italia e la Russia è possibile grazie ai viaggi, alle esperienze dirette delle persone. Non esistono solo i media per fortuna, ma anche altri canali per conoscersi meglio, no?
— Consiglio a tutti di fare un viaggio in Russia, magari non organizzato. Capisco la difficoltà della lingua, però l'ospitalità del popolo russo è qualcosa che lascia stupiti positivamente, ma bisognerebbe entrare in contatto con la società russa per scoprirlo. Spiega molte cose il contatto con le persone russe, sia viaggiando sia attraverso i social network. Come si va in Russia, così ci sono molti russi che vengono in Italia. Basterebbe parlare con i russi, farsi raccontare le loro esperienze e vedere quindi che le cose raccontate dai media non corrispondono alla realtà.
Purtroppo ci sono ancora delle persone che pensano in Russia si muoia di fame. Ci ricordiamo tutti il default e la crisi degli anni '90, ma i 4 mandati di Putin hanno avuto grandi risultati. La Russia di oggi non è la Russia degli anni '90.
— Il Mondiale di calcio è stata proprio un'occasione perché molti stranieri scoprissero con i propri occhi com'è la Russia. Infatti molti tifosi sono rimasti positivamente stupiti. Che ne pensa?
— I tifosi da tutto il mondo hanno scoperto città nuove, sembrava che la Russia fosse composta solo da Mosca e San Pietroburgo. È stata una vetrina importante che ha fatto da contraltare a quello che viene raccontato del Paese. Due incidenti automobilistici sono stati ripresi da alcuni media come attentati dell'Isis per poter creare una notizia. È triste dirlo, ma sembra alcuni media occidentali fossero sulla riva del fiume ad aspettare che si verificasse una simile situazione, che per fortuna non è avvenuta.
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