L'Italia è sostanzialmente in linea con le regole del Patto di Stabilità e Crescita. Nel caso dell'Italia, l'analisi suggerisce che il criterio del debito debba essere considerato come rispettato. Abbiamo deciso di non aprire una procedura per debito per l'Italia. Nel 2019 L'italia dovrà invece ridurre il deficit strutturale dello 0,6%, quantificando quindi lo sforzo in circa 10,6 miliardi.
Si tratta di un rinvio della resa dei conti, che ha un sapore squisitamente politico: i vertici dell'Unione Europea, che fino a qualche mese fa minacciavano il governo Gentiloni parlando di manovre correttive, ora sembrano voler riabilitare quella classe dirigente perché più affine ai loro interessi e alla loro stessa sopravvivenza. È realmente difficile credere che a fronte di un rallentamento della crescita economica italiana, rilevato sia da Istat che da Ocse, non sia necessario un aggiustamento dei conti pubblici come previsto in precedenza. La sensazione è che l'Unione Europea intenda scaricare sul nuovo governo i debiti pregressi, per l'esattezza un ammontare di 3,5 miliardi di euro.
Sarebbero altrimenti prive di senso le parole espresse dalla Commissione nel novembre 2017:
si rileva una deviazione significativa dai percorsi di aggiustamento verso il rispetto degli obiettivi di medio termine e quindi l'Italia è uno dei Paesi a rischio di non rispetto delle regole.
L'ultima dichiarazione ostile e inopportuna, in ordine di tempo, è quella pronunciata da Jean Claude Juncker mercoledì scorso:
Siamo vigili per salvaguardare i diritti degli africani che sono in Italia. Non vorrei che africani e europei pensassero che la migrazione sia l'unico problema da risolvere tra l'Africa e l'Ue. Lo giudicherei ingiurioso per il continente africano, che ha altre potenzialità, al di là del problema posto dalla migrazione.
L'Italia si sta dotando di un nuovo governo uscito dalle urne, dalla volontà popolare, ma dal suo eremo san Claudio Juncker ci ammonisce di pensare ai poveri immigrati! Oltre alla consueta supponenza morale degli euroburocrati con l'aureola sulla testa, pronti a intervenire su qualunque argomento manco dettassero encicliche papali, vi è anche implicita non la difesa dei diritti di qualcuno, ma l'odio verso una parte politica che non si adegua ai dettami del politically correct.
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