Non molto tempo fa l'Iran ha bombardato massicciamente alcuni siti israeliani collocati sulle alture del Golan.
La risposta di Israele è stata fulminea. Ventotto aerei dell'aviazione israeliana hanno colpito 50 siti iraniani in Siria: la difesa antimissilistica siriana che agisce negli interessi dell'Iran, le basi, i quartier generali e i servizi di ricognizione delle Squadre speciali "Kods" del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniano. I danni sono stati enormi. Inizialmente Israele ha riconosciuto di aver colpito i bersagli iraniani ma nell'ultimo periodo l'esercito israeliano ha attaccato più di 100 volte siti in Siria senza commenti da Tel Aviv.
I politologi di tutto il mondo seguono con preoccupazione lo sviluppo di questo confronto tra Iran e Israele che ora non è più solo ideologico e propagandistico, ma anche militare. Gli osservatori si chiedono: si riuscirà a fare in modo che questi scontri rimangano in territorio siriano oppure le operazioni militari potrebbero spostarsi in territorio israeliano e iraniano scatenando così un conflitto a livello regionale?
La posizione di Israele è supportata dai monarchi sunniti e, anzitutto, dall'Arabia Saudita, ma anche dagli USA che considerano la pressione sull'Iran un punto fondamentale della sua politica in Medio Oriente.
In tal caso nessuno potrà garantire che la contrapposizione militare tra Israele e Iran non si espanda anche al territorio iraniano.
Questa situazione dà modo agli analisti militari e politici di fare previsioni riguardo a un'ipotetica guerra iraniano-israeliana e di comparare la potenza militare dei due Paesi. Proviamo anche noi a farlo basandoci sui dati resi noti dalla rivista Global Fire Power che a sua volta fa affidamento ai dati della CIA.
Le cifre riportate, in particolare quelle relative alla quantità di armamenti, sono molto fuorvianti poiché per caratteristiche qualitative i due Paesi sono totalmente diversi.
Qui c'è da notare che in caso di un'ipotetica guerra non sarebbe possibile una partecipazione delle truppe israeliane in Iran (cfr. rapporto tra le popolazioni dei due Paesi). Per questo le azioni militari israeliane contro l'Iran si limiteranno a colpire con missili e aerei l'aviazione e la marina avversarie.
Nel caso peggiore di sviluppo del confronto militare tra Iran e Israele un ruolo fondamentale sarà svolto dalla qualità degli armamenti. E qui il vantaggio maggiore ce l'ha Israele.
Aviazione. Iran. Il complesso degli aerei da combattimento dell'aviazione iraniana è ormai obsoleto: F-4, F-5 (modelli americani degli anni '50), F-7 (analogo cinese del vecchio aereo sovietico MiG-21 degli anni ‘50/'60), F-14, Su-20, Su-24, Su-25, MiG-29 (modelli degli anni ‘70/'80). Inoltre molti degli armamenti dell'aviazione iraniana non sono adeguati per il combattimento.
Sì, l'industria militare iraniana produce una serie di armamenti, fra cui gli aerei da combattimento (Azarakhsh, Saeqeh, Tazarv). Ma sono prodotti a partire da modelli originari stranieri ormai obsoleti.
Ecco cosa ha risposto Israel Bakharav, generale di brigata dell'aeronautica israeliana in pensione, a proposito delle forze dell'aviazione in Iran:
"La loro aviazione è composta principalmente da vecchi aerei americani e da ciò che gli iraniani sono riusciti a procurarsi in seguito. Mi pare che l'aviazione iraniana vada considerata solo nel caso in cui ci capiterà di agire in cielo iraniano perché è poco probabile che l'aviazione iraniana provi ad attaccarci in Israele. Infatti, sia la grande distanza sia fattori di altra natura hanno un grande peso. Chiaramente possono provarci ma le loro possibilità di azione sono molto limitate. Per noi una minaccia maggiore degli aerei è rappresentata dai loro missili. Quanto all'aviazione gli americani dal punto di vista tecnologico sono in testa nell'ambito dei missili aria-aria ad ampio raggio. Ma se parliamo di operatività noi superiamo tutti per abilità nei sistemi di combattimento aereo".
Marina militare. L'Iran, nonostante abbia più navi da combattimento, è superato dal suo potenziale avversario per la loro qualità. Un esempio. Tra gli armamenti della marina militare israeliana rientrano 6 nuovissimi sottomarini classe Dolphin equipaggiati con missili di crociera in grado di lanciare testate nucleari. Ciò aumenta considerevolmente il potenziale strategico di Israele ed espande le possibilità operative della marina israeliana rafforzando, dunque, la sua superiorità sulla marina dei Paesi islamici del Medio Oriente.
Possono anche garantire protezione in caso di attacco di Israele con l'impiego di armi di distruzione di massa.
A partire dal 1963 in Israele sono stati creati sistemi missilistici balistici in grado di lanciare testate nucleari. Già nel 1989 con successo fu testato il missile balistico Jericho-2B in grado di colpire obiettivi anche in territorio iraniano. Le forze armate israeliane dispongono anche di mezzi aerei per la consegna di armi nucleari (in particolare gli aerei F-16, A-4N Skyhawk). Israele è l'unica nazione in Medio Oriente i cui armamenti terrestri, navali e aerei abbiano un alto livello di credibilità.
In conclusione possiamo constatare che la potenza militare israeliana supera senza ombra di dubbio quella iraniana su molti fronti, ma, in particolare, per il suo livello qualitativo e tecnologico.
Ma queste non sono che indagini teoriche. È chiaro che, nonostante le tensioni sempre maggiori fra Iran e Israele, a Teheran e Gerusalemme vi sono persone intelligenti, pragmatiche e realiste. E chiaramente non cercheranno di risolvere questi difficili e talvolta antagonistici contrasti ricorrendo alle armi. Ma uno scambio di colpi in Siria è possibile: Israele colpisce i siti militari dell'Iran e dei suoi satelliti sciiti, l'Iran fa lo stesso con le basi israeliane sulle alture del Golan, proprio su quelle alture che, secondo loro, sono territorio siriano. Così Teheran dimostra di attaccare solamente Israele. È interessante che entrambe le parti agiscano molto cautamente perché non desiderano complicare la già difficile situazione.
Quindi probabilmente si giungerà a un accordo con Rachel Brandenburg, a capo del Middle East Security Initiative — Atlantic Council.
"Sia Israele sia l'Iran riconoscono che il prezzo della guerra sarà alto per entrambi. Nel caso dell'Iran anche per le forze sotto il suo controllo in Siria e in Libano. Mi aspetto che entrambi preferiscano evitare un simile sviluppo degli eventi: questo è una sorta di freno reciproco. Ma non significa che gli scontri degli ultimi mesi cesseranno o saranno meno rischiosi. Israele continuerà a combattere le forze armate iraniane in Siria. L'Iran può trovare metodi alternativi per vendicarsi di Israele: o passando per Gaza o da altri territori. La tensione continuerà a crescere. E tutto ciò nella più completa indeterminatezza. La possibilità che entrambi commettano un errore rimane incredibilmente alta".