Ovviamente papa Francesco ne ha autorizzata la pubblicazione, in assoluta coerenza con il principio di una Chiesa povera al servizio dei più deboli.
I tempi sono cambiati davvero se l'ex Santo Uffizio è alla testa della battaglia per la giustizia sociale ed economica.
Il documento propone la realizzazione di un "ordine etico, come indispensabile fondamento per edificare una degna comunità degli uomini regolata da leggi improntate a reale giustizia".
La lucida analisi e le proposte relative alla finanza globalizzata superano per precisione e profondità anche i tanti studi approntati dai più prestigiosi istituti economici.
L'ex Santo Uffizio denuncia il rischio di emarginazione per la maggior parte degli uomini del pianeta, sempre più "esclusi e scartati".
Perciò afferma che, "si sente la necessità di intraprendere una riflessione etica circa taluni aspetti dell'intermediazione finanziaria, il cui funzionamento, quando è stato slegato da adeguati fondamenti antropologici e morali, non solo ha prodotto palesi abusi e ingiustizie, ma si è anche rivelato capace di creare crisi sistemiche e di portata mondiale."
Di conseguenza, anche la politica è resa impotente dalla sovra nazionalità dei grandi networks economico-finanziari, diventando spesso ancillare di interessi estranei al bene comune.
Da qualche tempo è in atto "una cattiva finanziarizzazione dell'economia, facendo sì che la ricchezza virtuale, concentrandosi soprattutto in transazioni caratterizzate dal mero intento speculativo e in negoziazioni ad alta frequenza (high frequency trading), attiri a sé eccessive quantità di capitali, sottraendoli in tal modo ai circuiti virtuosi dell'economia reale".
Si è entrati in un'economia dove il lavoro da bene diventa strumento e il denaro da mezzo diventa fine. Il risultato è la spregiudicata e amorale "cultura dello scarto" che ha emarginato grandi masse di popolazione. Non solo nel terzo mondo.
Nello scritto vaticano si punta il dito sulla pericolosità dei credit default swaps, quei derivati che permettono di scommettere sul rischio di fallimento di una terza parte. "Il mercato dei cds, alla vigilia della crisi finanziaria del 2007, era così imponente da rappresentare all'incirca l'equivalente dell'intero Pil mondiale", si ricorda.
Si ricorda inoltre che basterebbe una minima tassa sulle transazioni compiute offshore per risolvere buona parte del problema della fame nel mondo. Invece questo sistema ha finito per aggravare il debito pubblico delle economie meno sviluppate.
L'iniziativa del Vaticano è importante e meritevole di attenzione anche in sede internazionale.
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.