Il discorso del neo premier è stato dignitoso: governo di cambiamento (ce n'è bisogno); avvocato difensore del popolo italiano (ne ha bisogno, bisogna solo vedere chi sono i suoi accusatori); fedele alle alleanze (Nato e Europa, rispondendo alla richiesta di Mattarella). Evidente il tentativo di "dare garanzie" internazionali ai proprietari del nostro debito e della nostra sovranità. I motivi sono evidenti.
Ma lo spread è già salito a 200. E probabilmente salirà ancora: la minaccia deve restare incombente affinché i nuovi arrivati la sentano sul proprio collo minuto per minuto. La grande parte dei media italiani (con poche eccezioni) dileggia, ridicolizza sia il premier che la nuova maggioranza, sia il "contratto di governo" davanti al notaio. I motivi ci sono, per altro solo alcuni sinceri, ma resta il fatto, incontrovertibile, confermato dai recenti sondaggi, che la maggioranza degli Italiani vuole questo governo e che Mattarella non aveva scelta diversa da quella di farlo partire. Del resto ci si chiede dove fossero i commentatori, i politici avversari, mentre tutti i precedenti governi italiani producevano oltre 6 milioni di nuovi poveri e 2350 miliardi di debito pubblico.
La Commissione Europea, un tantino più educatamente, per bocca di Moscovici, dice "aspettiamo di vedere all'opera il nuovo governo, poi giudicheremo". Insomma, ci vorrà davvero un "avvocato difensore", perché ogni mossa sarà occasione di un processo all'Italia.
Molte cose lasciano intravvedere una situazione che potrebbe assai presto assomigliare a quella greca. Certo l'Italia è un boccone moltp più grosso della Grecia. Anche là il popolo greco (come, in sostanza il popolo italiano il 4 marzo scorso) disse un secco no all'austerità imposta dai vincoli europei, e dalla Germania, ma quando Tsipras andò a Bruxelles per una trattativa finale, trovò la pistola sul tavolo: ti chiudiamo i bancomat e dovrai risponderne al pubblico inferocito. E cedette.
Basta questo per descrivere il clima in cui avverrà la formazione del governo e, una volta approvata la lista dei ministri, dei primi passi della sua esistenza. D'altro canto non sciogliere questi nodi preliminari significa esporre i due partiti della coalizione a contraccolpi elettorali futuri. Il voto che li ha portati al potere è "fluido", rappresenta anime diverse, tutte molto esigenti. O si avvertiranno risultati rapidi, addirittura immediati, o il vento potrebbe cambiare. Ma in quale direzione è estremamente difficile dire. Il Partito Democratico è in preda alle convulsioni e non rappresenta nessuna capacità di attrazione. Sull'altro fronte la coalizione Lega-Forza Italia-Fratelli d'Italia è ormai in frantumi. Lega al Governo, il resto all'opposizione durissima. Politicamente siamo di fronte a una situazione non meno esplosiva di quella sul piano economico.
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