Il ricordo di quell'ecatombe è ben vivo nella memoria individuale e collettiva, in quegli anni il popolo sovietico pagò un tributo altissimo di vite umane per respingere l'invasione nazista, stime approssimative parlano di oltre venti milioni di morti. Non c'è famiglia che in quegli anni drammatici non perse qualcuno dei propri cari. Commemorare questa vittoria è pertanto una questione d'onore, di rispetto non solo verso i propri cari caduti, ma in generale verso tutti coloro che diedero la loro vita per liberare il Paese.
Purtroppo questo attaccamento alla memoria, alla storia, non è più prerogativa di tutti i popoli del ex-URSS. Le autorità ucraine figlie di Euromaidan, impegnate a riscrivere la storia del loro paese in chiave antirussa, hanno già ripudiato questa festa, di fatto, buttando nel dimenticato il contributo altissimo di vite umane, il sacrificio che l'Ucraina pagò per l'invasione e l'occupazione nazista. Nel Donbass, al contrario, le due Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk, rimangono ben salde alle tradizioni patriottiche e alla storia gloriosa.
Anche quest'anno la cerimonia è stata imponente. Già in mattinata, di buon ora, migliaia di persone si accalcavano intorno alle transenne ai lati del boulevard Artema, in centro, per veder sfilare la parata militare delle forze armate della Repubblica. Tutta la piazza Lenin, era gremita di gente, gli impianti audio che diffondevano le celebri canzoni patriottiche sovietiche creavano un'atmosfera altamente suggestiva.

Tra la gente, molti i ragazzini e le ragazzine che indossavano le casacche militari color cachi di fattura sovietica col tipico copricapo a bustina.
Sono arrivati poi i veterani, ormai tutti ottuagenari, nella loro uniforme ricoperta di medaglie; a loro sono stati resi i più alti onori per aver combattuto e vinto nella Grande Guerra Patriottica: "spasibo vam".. "Grazie a voi" per aver combattuto, per aver sofferto, per aver scacciato l'invasore.
Alle nove in punto è iniziata la parata militare. Nella più grande esultanza tutti i presenti hanno acclamato il passaggio delle varie unità militari lanciando loro mazzetti di fiori: prima i reparti appiedati, poi quelli meccanizzati e corazzati: blindati, tank, sistemi lanciamissile..
Il momento più commovente, tuttavia, è stato quando, dopo il passaggio delle unità militari, è partito il corteo del "Reggimento degli immortali": un interminabile fiume di persone di tutte le età che sfilando innalzavano le fotografie dei propri cari che combatterono sui vari fronti della Grande Guerra Patriottica. Tutti con appuntato sul petto il nastrino di San Giorgio dai colori nero e arancione, il simbolo della vittoria.
In questa processione della memoria e dell'onore sono stati ricordati anche i caduti del presente. Dietro lo striscione "Reggimento degli immortali del Donbass", con le lacrime agli occhi, hanno sfilato anche coloro che hanno perso i propri cari in questi ultimi anni di guerra con l'Ucraina.
La cerimonia si è poi spostata nel parco davanti al memoriale, dove in un tripudio di bandiere della DNR (dalle tre fasce: rossa, azzurra, nera) e sovietiche sono stati deposti fiori ai caduti.
Le pressioni da parte dell'esercito ucraino sulla linea di contatto tra l'Ucraina coi territori delle due Repubbliche sono sempre più palesi, sembrano indicare che Kiev si stia accingendo a liquidare la questione del Donbass con la forza.
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