Sputnik Italia ha chiesto l'opinione di Sergej Seryogichev, esperto dell'Istituto del Medio Oriente e docente dell'Università statale russa di scienze umane.
Israele ritiene che saranno la Russia, Assad e l'Iran a occuparsi delle truppe. E che il suo compito sia quello di non permettere che la Siria diventi un avamposto iraniano nel conflitto. In Israele tutti ricordano perfettamente chi insegnò ad Hamas a scavare i tunnel. Sono stati i combattenti di Hezbollah. E per questo Israele non vuole permettere che Hezbollah rafforzi le proprie posizioni grazie alla sua presenza in Siria e che poi finanzi attivamente Hamas. Ma Israele preferisce agire cautamente per evitare il confronto diretto.
Non penso che Israele inciti gli americani a rimanere in Siria. Piuttosto, gli americani sarebbero pronti a smentire queste voci per dimostrare di essere pronti ad andarsene dalla Siria, ma i furbi israeliani impediscono loro di farlo sfruttando la storica simpatia americana nei confronti di Israele. Penso che gli americani perseguano i propri obiettivi in Siria e non se ne andranno da lì perché questo equivarrebbe a una cocente sconfitta. Per questo hanno creato una base nel Kurdistan siriano e hanno investito ingenti fondi per sostenere l'opposizione. Non possono andare da nessuna parte ora che Trump è continuamente accusato di essere un "agente russo". Gli americani resteranno in Siria anche se Israele si opporrà ma penso che Israele non lo farà ma per altre ragioni. Temono l'idea di un affare unilaterale americano-iraniano. Israele ha protestato contro l'affare nucleare americano con l'Iran perché in Israele si crede che questo possa aprire la strada alla proliferazione delle armi nucleari. In altre parole, l'Iran interrompe il proprio programma nucleare ma non lo smonta del tutto. Si ritiene che l'eliminazione delle sanzioni e la possibilità di vendere petrolio e gas possano portare al possibile ottenimento di armi nucleari da parte dell'Iran alla scadenza dell'accordo raggiunto. E se l'Iran otterrà armi nucleari, subito dopo le otterrà anche l'Arabia Saudita che comprerà le bombe dal Pakistan. Non escludo la possibilità per cui abbiano già comprato alcune bombe e le tengano nel caso in cui l'Iran dichiari ufficialmente di entrare nel club delle nazioni con testate nucleari.
In linea di massima gli interessi della Russia sono più vicini a quelli di Israele. Sia l'Iran sia Israele sono nostri alleati ma, in realtà, noi abbiamo più punti in comune con Gerusalemme che con Teheran sebbene tentiamo di fare il contrario. Ma questa è una strategia. Noi temiamo che il rafforzamento delle posizioni iraniane in Siria possa portare a una nuova fase della guerra civile, al peggioramento della questione siriana e alla fine a un totale crollo della Siria stessa. Ma al tempo stesso noi abbiamo bisogno del sostegno dell'Iran e abbiamo bisogno anche dei fanti che combattono in Siria. Inoltre, l'Iran fornisce un considerevole supporto materiale alla Siria senza il quale ce ne saremmo dovuti occupare noi da soli. Quindi ci tocca considerare anche gli interessi iraniani in Siria.
Può Israele con le proprie azioni in Siria infiammare la situazione in Medio Oriente?
No. I colpi inferti da Israele, anche se puntuali, non gli servono perché Israele non vuole fomentare un conflitto del genere. Inoltre, non servono nemmeno all'Iran il quale capisce perfettamente che nel caso di un conflitto armato perderebbe contro Israele. E Hezbollah capisce che, se darà occasione a Israele di avviare nuovamente un'operazione contro di sé, questa volta Israele agirà diversamente fino ad occupare temporaneamente il Libano. Non è accertato se sarà la Lega araba a giudicare questa possibilità o se sarà un giudizio puramente stereotipato.