La Kerneuropa è il nocciolo duro dell'Europa, un'area geoeconomica che comprende i Paesi che confinano con la Germania o ne sono legati da forti legami economici, politici e culturali: Austria, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Danimarca Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Italia settentrionale (Limes 4/2017 pp 75-83). Un territorio che coincide approssimativamente con i confini dell'antico Impero carolingio.
Extent of Carolingian Europe
La confederazione è la forma di governo più adatta a realizzare la Kerneuropa, in tale modello le nazioni mantengono la propria sovranità, ma creano istituzioni comuni destinate a regolare il commercio, la difesa e la politica estera. Quello che doveva diventare l'Unione Europea, ma questo non è ancora accaduto. L'Unione Europea è sempre più divisa e incapace di elaborare una politica autonoma dagli interessi americani.
Il progetto politico della Kerneuropa nasce all'inizio degli anni 90, dalla mente di due politici tedeschi dell'Unione Cristiano Democratica: Wolfgang Schaeuble (ministro delle finanze del governo Merkel) e Karl Lamers. Il progetto attraversa due fasi un'inclusiva e l'altra esclusiva: nella fase inclusiva la Germania, si adopera per rafforzare e ampliare l'Unione Europea, includendo le nazioni dell'est Europa, ex Jugoslavia compresa; nella fase esclusiva la Germania, cerca di sottrarsi alla crisi europea, riunendo intorno a se i Paesi e le Regioni a lei più "vicini". La fase esclusiva, rappresenta il piano B della Merkel per affrontare la crisi europea e per contenere la crescita di Alternativa per la Germania (Alternative fur Deutschland) il partito "populista" euroscettico e ostile all'immigrazione.
La Germania è una potenza regionale ma non globale come la Russia e la Cina. Le élite tedesche non sono mature per questa scelta storica, hanno una visione miope della politica: l'euro è stato per la Germania uno strumento per rendere più competitive le esportazioni tedesche e non per costruire un'unione di Stati. La politica estera tedesca è un misto di arroganza teutonica e di spietato egoismo (Grecia docet); una politica incapace di recidere il "cordone ombelicale" che la lega agli Stati Uniti. Con una diversa classe politica la Germania potrebbe costruire la Kerneuropa, questa sfida potrebbe essere raccolta da Alternative fur Deutschland partito sovranista e populista.

La Kerneuropa si propone come potenza continentale europea, per esserlo deve soddisfare le seguenti condizioni: dotarsi d'istituzioni politiche efficienti e autorevoli (l'opposto di quelle europee) dotarsi di un esercito proprio e di armi nucleari (questo significa l'uscita dalla Nato e la chiusura delle basi militari straniere) stabilire con la Russia e la Cina solide relazioni politiche, commerciali e culturali, solo così potrà affrontare le principali questioni internazionali (lotta al terrorismo, tutela dell'ambiente, immigrazione, soluzione dei conflitti internazionali, commercio globale).
La nascita delle Kerneuropa dividerebbe in due l'Europa: quella dei Paesi inclusi nella stessa e quelli esclusi dalla medesima.
Una divisione che presuppone l'adozione di due monete diverse: una per i Paesi inclusi nella Kerneuropa (neuro) e una per quelli esclusi dalla stessa (euro). (Limes 7/2015). Tutte le ipotesi rimangono aperte. Una Kerneuropa estesa all'intera Europa è oggi impensabile; l'Europa è segnata da profonde divisioni che richiedono tempo per essere sanate. L'importante è evitare che tali divisioni assumano un carattere permanente e conflittuale, impedendo all'Europa di emanciparsi dall'influenza americana.
La nascita della Kerneuropa potrebbe avrebbe un effetto catalizzatore sulle pulsioni secessioniste delle "piccole patrie" a pagarne le spese sarebbero le nazioni "fragili", quelle caratterizzate da profonde divisioni socio-economiche o divise da radicati sentimenti indipendentisti: Il Veneto e la Lombardia in Italia, la Catalogna in Spagna, la Scozia in Gran Bretagna.
La Kerneuropa potrebbe riconoscere e appoggiare queste pulsioni indipendentiste, quando funzionali ai propri interessi. L'Italia settentrionale e il Nord-Est sono molto legati alla Kerneuropa: nel 2016 la Germania è stata il primo partner commerciale dell'Italia con 116 miliardi d'interscambio di questi 87,6 si concentrano al Nord; il Nord è collegato alla Germania dall'autostrada Brennero-A1 e A4, al Nord il tedesco è la lingua più studiata dopo l'inglese, i tedeschi sono la prima nazionalità di turisti stranieri che visita le regioni settentrionali; in Italia ci sono 2035 imprese a guida tedesca, l'85% è al Nord. Attraverso il Nordest passa la Nuova via della seta, la rete di comunicazioni che unirà l'Asia all'Europa. (Limes 4/2017 pp 31-39).
Le pulsioni indipendentiste delle piccole patrie potrebbero scatenare nuovi conflitti in Europa: secessioni pacifiche come in Cecoslovacchia nel 1993, o violente come nei Balcani e in Ucraina. Il Veneto o la fantomatica "Padania" dichiarano l'indipendenza, la Kerneuropa la riconosce per inglobare nella propria sfera d'influenza un'area ricca e strategica; il nostro governo si oppone, ma l'Italia non ha il peso politico della Germania e invoca l'aiuto degli Stati Uniti.

La nascita della Kerneuropa segnerebbe la fine dell'egemonia statunitense sull'Europa e quindi sull'intero Pianeta.
Tutta la geopolitica si fonda sul seguente principio: chi domina l'Eurasia domina il mondo (Zbigniew Brzinski: "La grande scacchiera", 1997). Un polo geopolitico o una nazione che domina l'Eurasia concentra nelle proprie mani la maggioranza delle risorse energetiche, delle imprese e della popolazione del Pianeta: i giacimenti energetici del Medio Oriente e dell'Asia centrale; le economie dell'Asia e dell'Europa, miliardi di abitanti. Il ruolo dell'Eurasia nel controllo del mondo è contenuto nella teoria dell'Heartland (il cuore dell'Eurasia) il territorio occupato dall'ex Unione Sovietica; e in quella del Rimland (la fascia costiera dell'Eurasia) il territorio che si estende dall'Europa all'Estremo Oriente, passando per il Medio Oriente.
La Teoria del Rimland è una rivisitazione di quella dell'Heartland, cambia la parte dell'Eurasia presa in considerazione. Per il suo ideatore, il politologo americano Nicholas John Spikman:«chi domina il rimland controlla l'Eurasia, chi controlla l‘Eurasia controlla i destini del mondo» (1938 —1943). Le teorie dell'Heartland e del Rimlandhanno guidato la politica estera americana del secolo scorso e continuano a guidarla.
Il National Intelligence Council USA, organo strategico dell'intelligence USA, prevede che entro il 2035 l'Europa uscirà dalla sfera d'influenza atlantica per passare in quella euroasiatica (Paradox of Progress). Gli Stati Uniti faranno di tutto per impedirlo. Gli Stati Uniti hanno combattuto due guerre mondiali e quella "fredda", per impedire che in Europa nascesse una grande nazione capace di unire le risorse energetiche della Russia con la potenza industriale della Germania. Hitler lo aveva capito e invase l'Unione Sovietica con questo preciso obiettivo.
Non a caso, dalla Prima Guerra Mondiale, l'incubo di ogni Amministrazione americana, repubblicana o democratica, è l'emergere di una potenza europea filorussa e a guida tedesca. La rivalità tra Stati Uniti e Germania ha carattere strutturale e non occasionale, rimarrà tale fino a quando l'America pretenderà di controllare il mondo e la Germania di sottrarsi a tal egemonia, da sola o legandosi alla Russia o ad altra potenza globale.

I popoli europei devono temere l'egemonia americana e non quella russa o cinese. Dico questo per tre ragioni.
Primo, gli Stati Uniti sono l'unica potenza globale che ancora occupa militarmente l'Europa, ne condiziona le scelte politiche e lo stile di vita (americanizzazione); questa situazione di sudditanza-colonizzazione non poteva essere evitata quando sull'Europa incombeva la minaccia sovietica, ora che tale minaccia è cessata, è il caso di prendere in mano il nostro destino.
Secondo, gli Stati Uniti sono l'unica nazione che ha i mezzi per dominare il Pianeta: ha l'esercito più potente del mondo, ha una grande industria manifatturiera, è energicamente autosufficiente, è al primo posto per la ricerca scientifica e tecnologica, è ricca di risorse naturali e di terra coltivabile, occupa una posizione geografica favorevole (non ha nemici ai confini ed è protetta dall'oceano).
Terzo, gli Stati Uniti sono una potenza marittima (talassocrazia) il loro spazio geopolitico non ha confini perché si estende al Mondo intero attraverso i mari e gli oceani; Russia e Cina sono potenze terrestri (tellurocrazie) la loro sfera d'influenza è circoscritta da confini tracciati dalla natura e dall'uomo che variano nel tempo senza assumere una dimensione planetaria.
La Kerneuropa è una potenza terrestre.
Nel libro "Terra e Mare" (1942) il giurista e politologo tedesco Carl Schmitt (1888-1985) interpreta la storia e la geopolitica come uno scontro tra potenze marittime e terrestri. Lo scontro tra queste potenze è all'origine della storia umana, basti pensare alla rivalità tra Roma e Cartagine. L'Inghilterra potenza talassocratica conquistò la supremazia sui mari e creò un grande Impero che si estendeva sul mondo intero; l'Impero Britannico durò secoli, dalla fine del sedicesimo secolo agli anni della decolonizzazione che seguirono la fine della Seconda Guerra Mondiale. Altre nazioni europee cercheranno di emulare gli inglesi nella conquista dei mari (Spagna, Portogallo, Francia, Olanda e Belgio) ma non divennero mai una talassocrazia come l'Inghilterra. Gli Stati Uniti occuperanno il posto della potenza britannica, rivendicando non solo l'egemonia sulle Americhe con la "dottrina Monroe" (1823) ma anche la supremazia sui mari e quindi sull'intero Pianeta.
Le fasi di questa espansione saranno essenzialmente due: la prima coinciderà con la fine della Seconda Guerra Mondiale e includerà nella sfera di influenza americana l'Europa Occidentale e il Giappone; la seconda, coinciderà con il crollo dell'URSS ed estenderà l'influenza americana all'intero Pianeta. Nel 1992 il politologo americano Francis Fukuyama pronosticò la fine della storia: il trionfo degli Stati Uniti come potenza egemone del Pianeta e del loro modello politico-economico (neoliberismo e democrazia liberale). Una previsione che si rilevò errata come il trionfo del socialismo.
Per Schmitt l'espansionismo americano è pericoloso perché illimitato e fondato su un principio di superiorità morale: illimitato, per il carattere marittimo della potenza americana; moralmente superiore perché gli Stati Uniti si sentono una nazione scelta da Dio per difendere e diffondere libertà e giustizia in ogni angolo del Pianeta. In tale veste ogni loro guerra diviene moralmente giusta. Questa posizione ideologica ha origine nel calvinismo professato dai Padri Pellegrini fondatori della nazione americana e continua fino ai nostri giorni. Una forma distorta di spirito messianico che si presta ad arbitrarie interpretazioni e a manichee posizioni.
Oggi la Russia e la Cina formano un polo geopolitico (alleanza strategica di più nazioni) che si oppone agli Stati Uniti; ma non è abbastanza forte da assumere il controllo dell'Eurasia. Russi e cinesi non hanno alleati in Europa; quest'ultima, grazie alla Nato è legata agli Stati Uniti e succube dei loro interessi che spesso divergono da quelli europei (le sanzioni alla Russia, le "guerre umanitarie" che hanno destabilizzato l'Africa e l'Asia).
La nascita in Europa di un grande attore internazionale autonomo dagli Stati Uniti potrebbe spostare l'ago della bilancia a favore del polo russo-cinese. L'attuale assetto geopolitico sarebbe modificato: da unipolare a guida americana, diverrebbe multipolare e privo di una potenza egemone. Un contesto geopolitico composto da più potenze globali e regionali che agiscono nell'ambito delle rispettive aree d'influenza, alternando fasi di cooperazione a fasi di competizione.
Fonte: planetpolis.com
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