E niente meno che dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il quale ha spiegato ai giornalisti che
c'è un inizio di marzo molto importante per l'Ue. C'è il referendum Spd in Germania e le elezioni italiane, e sono più preoccupato per l'esito delle elezioni italiane che per il risultato del referendum dell'Spd. Prepariamoci ad un governo non operativo in Italia.
Non si può che dare ragione a Nicola Fratoianni, del partito Liberi e Uguali, che ha invitato Juncker a non parlare a ruota libera dell'Italia bensì a occuparsi dei disastri combinati anche sotto il suo mandato. Vorremmo sentire qualche parola e vedere qualche atto che dia risposte ai lavoratori e alle lavoratrici di Embraco. La preoccupazione di Juncker si rivolge ai mercati, quelli su cui nessun controllo in materia fiscale e contro la speculazione è stato messo in atto.
D'altra parte, la Germania è andata avanti mesi per riuscire a comporre un governo, eppure se l'è suonata e cantata senza che nessuno osasse dire che la sua impasse istituzionale indebolisse l'Europa. Per l'Italia invece è tutto diverso, in particolare quando i sondaggi danno in vantaggio le forze politiche che sono scomode ai grandi manovratori dell'Eurocrazia. Chissà, un'Europa con altri valori fondamentali sarebbe utile al mondo, in quanto punto di mediazione tra le attuali Superpotenze… mentre un carrozzone di trenta Paesi, al soldo di uno o due Stati, alimenta solo l'antieuropeismo.
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