Il cittadino italiano, già tartassato in mille modi con tasse, gabelle e multe, è risultato cornuto e mazziato per l'ennesima volta, ora che ha scoperto di non poter più fare affidamento neppure sui bollettini che gli recapita a casa il proprio Comune di residenza. I conteggi delle tasse di sua "spettanza" potrebbero essere infatti sbagliati, e non certo a detrimento dell'erario…
Si tratterà di un eccesso di "finanza creativa"? Ma no, suvvia, non bisogna pensar male… A spergiurare che si sia trattato soltanto di un errore ci ha pensato subito il numero due del Ministero dell'Economia, Pier Paolo Baretta: Tendo ad escludere il dolo in questa vicenda, parliamo di amministrazione pubblica. Penso piuttosto che la Tari sia una norma recente, ha sostituito la Tares che era un po' diversa, è possibile che in questi passaggi e cambi qualche errore sia stato fatto, ma al dolo non credo proprio.
Siate comprensivi, signori, è una norma recente, dice Baretta. Eppure quattro anni sembrano un po' troppi per rappresentare solo una scivolosa fase di rodaggio: la Tari è infatti stata introdotta dal 2013 a valere dal 2014 in poi. Ma quello che ci fa sorridere maggiormente della dichiarazione dell'esponente governativo è che egli escluda il dolo con immediata sicurezza, pur non avendo ancora né dati certi, né avendo avviato un'indagine interna. Non basta essere una pubblica amministrazione per ottenere la patente di onorabilità, in un sistema tributario che ha il brutto vizio di scaricare l'onere della prova sempre ed esclusivamente sul contribuente.
D'altra parte, dalle colonne del Corriere della Sera è lo stesso Baretta ad affermare: Nella vicenda nessun dolo. Faremo le verifiche ma nei Comuni c'è già il modulo dei rimborsi.
E così, almeno secondo gli annunci, avverranno i risarcimenti. Si spera comunque che il Governo non si faccia qualche sconto, come già capitato in occasione del blocco degli aumenti delle pensioni superiori al triplo del minimo Inps. Allora avevamo assistito a una sentenza della Corte Costituzionale disattesa: figuriamoci oggi se il Governo non sarebbe capace di correre ai ripari senza un dispositivo giudiziario. A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, soleva dire il vecchio Andreotti, e questo pare essere il caso di chiunque abbia dovuto confrontarsi con il Fisco italiano, quello che fa il forte coi deboli e il debole coi forti.
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