L'Europa affronta un periodo di flussi migratori in entrata senza precedenti. L'aumento significativo degli attraversamenti irregolari delle frontiere attraverso Mediterraneo e Balcani, e delle richieste di asilo e protezione internazionale, sono tali da poter descrivere la fase attuale come vera e propria emergenza. A che cosa è dovuta la situazione ormai diventata insostenibile?
Per capire come cambierà il volto del Vecchio continente, Sputnik-Italia ha raggiunto l'autore del report, analista del Centro Studi politici e strategici Machiavelli Daniele Scalea.
— Daniele, il primo dato allarmante del vostro dossier che subito salta negli occhi è quello del notevole incremento della demografia africana. A Suo avviso, perché questo fattore dovrebbe essere considerato uno dei principali motivi che ha provocato la crisi migratoria?

— Quali conseguenze potrebbe avere questo mutamento demografico in Italia dal punto di vista sociale, politico, culturale e soprattutto demografico?
— Come scrivo nel report basandoci sull'elaborazione dei dati ISTAT, fra 50 anni si può prevedere che l'etnia italiana in Italia sarà ridotta a meno del 60% della popolazione totale. Quindi nel 2065 la quota di immigrati di prima e seconda generazione in Italia potrebbe superare il 40% della popolazione totale.
— E quali sono le prospettive per gli altri paesi europei visto che, come è sottolineato nel vostro report, in Europa la fertilità è in calo oramai dagli anni 60?
— Quindi in altre parole l'Europa dovrebbe preoccuparsi per il mantenimento della sua identità?
— E come dovrebbe reagire la società italiana a questi cambiamenti drammatici?
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