Il nostro Paese sta vivendo un momento arduo e complesso nella gestione di tanta gente che proviene da alcuni Paesi africani, di cui gran parte raggiunge la costa italiana per ragioni economiche. L'impegno italiano è ormai divenuto insostenibile tanto da pensare che l'unico modo di fermare quest'emorragia migratoria sia quella di attuare i blocchi dei porti italiani e di costringere molte navi delle ONG e non solo a sbarcare gli immigrati in altri porti europei. Quella del blocco dei porti è un'idea che ormai è stata scartata. Di questo punto si è discusso anche a Tallinn (capitale dell'Estonia) fra i ministri degli interni degli Stati membri dell'UE, in cui non si è raggiunto alcun accordo a causa del "no!" secco di alcuni Paesi che hanno lasciato nella totale delusione il ministro degli interni italiano, il quale sperava di ottenere e portare a casa un ottimo risultato, ma, al contrario, ha raccolto solo delusione e amarezza.
Gli altri Paesi parti dell'UE, nel nome della solidarietà e della condivisione — a chiacchiere — di quei valori su cui si fonda l'Unione Europea, devono agire celermente agli appelli del nostro Paese nel ricollocamento e a offrire la piena partecipazione al rimpatrio dei migranti che non rientrano nell'ambito della protezione internazionale e, quindi, reputati irregolari dall'Italia. D'altronde, è ben chiara e sotto gli occhi di tutti che l'accoglienza da parte di altri Stati membri non è ancora pervenuta, segno che ormai questa Unione è in profonda crisi e che rischi di disgregarsi sino alla sua estinzione.
Ci troviamo dinanzi allo scenario in cui l'Unione Europea stia diventando sempre più Disunione Europea, dove ogni Stato membro decide, a suo piacimento, se applicare e rispettare le norme stesse del diritto UE.
Ritornando al documento concernente il piano d'azione, sono state determinate delle misure come il finanziamento di reinsediamento in alcuni Stati africani come l'Egitto, la Libia, il Sudan, il Niger e l'Etiopia. Verrà rafforzato, inoltre, l'insieme degli accordi di riammissione con gli Stati d'origine e di transito; verranno incrementati gli stanziamenti per il fondo fiduciario Africa-UE, ma anche risorse finanziarie per la gestione migratoria nel nostro Paese. Da qui, si comprende come l'UE, in concerto con alcuni Stati (Francia, Germania, ed altri), non ha alcun interesse ovvero la volontà politica di sostenere la povera Italia a contenere i flussi migratori, lavandosene le mani come fece Pilato.
Infine, non posso che essere d'accordo sulle frasi del presidente della Commissione UE quando, davanti alla sede plenaria di Strasburgo del Parlamento europeo, ha considerato l'europarlamento "ridicolo", vista l'assise plenaria del tutto vuota.
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