I più di venti accordi firmati tra Russia e Cina ammontano ad oltre dodici miliardi di dollari di investimenti, cifre importanti per due nazioni che definiscono le proprie relazioni bilaterali come le più equilibrate e fondamentali al mondo oltre ad aver raggiunto livelli di cooperazione senza precedenti. La facilità con cui vengono siglati accordi complicati e di ampio spettro sottolinea il livello di fiducia reciproca tra Putin e Xi Jinping. Nel loro terzo incontro annuale sono state anche affrontate le tematiche più spinose sul tavolo internazionale in vista del G20 di Amburgo. L'intento è coordinare i prossimi passi sulla scena mondiale per esprimere un punto di vista comune su molte tematiche, rafforzando così reciprocamente le proprie posizioni. È il caso di vicende come Siria e Corea del Nord.
Difficile immaginare un clima disteso tra Putin e Trump con quest'ultimo bersagliato da più di un anno per presunti legami con Mosca. Naturalmente si tratta di menzogne e propaganda create appositamente per evitare un dialogo di qualsivoglia genere tra Mosca e Washington. Una parte importante del ‘deep state' USA continua ad avere a cuore un modello di decisioni unilaterale imposto al resto del mondo. Questa posizione contrasta apertamente con un'amministrazione che, almeno nelle intenzioni elettorali, proponeva di instaurare un dialogo civile tra superpotenze sulle tematiche internazionali più delicate.
Il massimo che si possa sperare di ottenere dal G20 di Amburgo e dall'incontro tra Trump e Putin è un appuntamento a Mosca o Washington dove approfondire le proprie conoscenze reciproche. Putin e Xi Jinping sono consapevoli che Trump si trova in una posizione molto scomoda con attacchi quotidiani alla presidenza che lasciano poco spazio di manovra. Al contempo però sanno di trovarsi di fronte ad un presidente con nessuna esperienza nelle relazioni internazionali e che tende a delegare ogni decisioni ai propri generali o alla cerchia più intima.
L'incontro tra Trump e Putin servirà anche per sottolineare ancora una volta l'importanza delle comunicazioni militare tra Washington e Mosca in questo contesto così fluido come in Siria. Dopo l'abbattimento del SU-22 Siriano da parte della USAF, i rapporti tra le due potenze sono precipitate. In un conflitto che vede decine di fazioni contrapposte e supportate da nazioni diverse, è importante che Putin e Trump possano almeno discutere personalmente quali siano le linee rosse da non varcare.
Putin e Xi Jinping avranno il compito importante di tentare di avvicinare Trump alla loro visione strategica su questi temi così delicati. La speranza è di influenzare il processo decisionale americano, pur essendo consapevoli delle forti divisioni interne agli Stati Uniti e la poca capacità personale di Trump di prendere decisioni autonome in politica internazionale, preferendo delegare ai suoi sottoposti.
Non stupisce affatto che in uno scenario del genere, il faro delle relazioni internazionali sia rappresentato dalle relazioni fluide e limpide tra Mosca e Pechino. Un esempio di come lo scenario internazionale stia mutando è rappresentato dalla Turchia che risulta intrattenere posizioni comuni con il Qatar e l'Arabia Saudita in Siria, ma stia apertamente appoggiando Doha nelle dispute recenti con Riyadh. Ankara intrattiene pessimi rapporti con Berlino, personalmente tra Erdogan e Merkel non corre buon sangue, ma l'intenzione della Turchia grazie al Turkish Stream è diventare un hub energetico per l'Europa. In un mix di sentimenti e relazioni, Londra e Washington sembrano essere allineate sulle priorità più imminenti come la necessità di aumentare la spesa militare dei paesi membri della NATO, creando forti divisioni tra i paesi dell'Unione Europea, già alle prese con bilanci difficili da far quadrare, figuriamoci con decine di miliardi da sottrarre per armamenti militari.
Autore Federico Pieraccini
Fonte: L'antidiplomatico
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.