Secondo le previsioni degli scienziati il ritiro dei ghiacci nella regione si è velocizzato significativamente, il che renderà molto presto la rotta del Mare del Nord una arteria commerciale concorrenziale con le principali vie di trasporto marittimo.
La marina statunitense ha analizzato i dati dei suoi droni sottomarini, i quali sono stati mandati sotto i ghiacci dell'Artico. Gli scienziati del Pentagono sono sicuri che i tempi di scioglimento della calotta artica forzeranno gli Stati Uniti a prepararsi a competere con la Russia nella regione, scrive il colonnista e militare americano Chris Osborne nella propria testata, Warrior.
Di fronte ai marinai americani si pone un compito: analizzare quanto velocemente si scioglie il ghiaccio e capire tra quanto gli USA e la Russia competeranno per le nuove rotte commerciali strategiche in questa importante regione dell'oceano mondiale.
I droni sottomarini hanno misurato la temperatura dell'acqua e la salinità per permettere agli scienziati americani di creare dei modelli più precisi al computer, con i quali si potranno definire i probabili tempi di scioglimento dei ghiacci, ha detto a Warrior il consigliere scientifico del Dipartimento di studi navali militari della marina militare USA Martin Jeffreys.
Da questi piani si deduce che l'aumento della temperatura dell'acqua e la diminuzione dei ghiacci nell'Oceano Artico nel corso dei prossimi 20 anni renderà necessario un aumento sostanziale delle unità della Marina degli Stati Uniti in questa zona. La graduale diminuzione della superficie e dello spessore dei ghiacci artici garantirà delle acque più facilmente navigabili e la consecutiva apparizione di nuove rotte commerciali in questa regione. Prima o poi questo porterà ad una intensificazione del traffico marittimo e ad un inasprimento della lotta per il petrolio e per il gas.
"L'Artico si sta riscaldando due volte più velocemente rispetto alle altre zone del globo. Gli scienziati attualmente ritengono che l'Artico potrebbe essere libero dai ghiacci entro il 2030", sottolinea il nuovo documento.
Gli scienziati della marina militare statunitense con l'utilizzo dei droni sottomarini Seaglider hanno scoperto come si formano i ghiacci artici in oceano aperto ha spiegato Jeffreys. Inoltre hanno anche studiato l'effetto sulla superficie dei ghiacci, sulla temperatura dell'acqua e sull'influenza delle onde.
"Vediamo come la calotta di ghiaccio si ritira gradualmente. Sostanzialmente una significativa porzione della superficie dell'oceano è finita sotto l'influenza dell'atmosfera. Come conseguenza le acque superficiali dell'oceano diventano più calde a causa dell'assorbimento della radiazione solare", ha detto Jeffreys.
Già alla fine dell'estate del 2014 la squadra di scienziati aveva dispiegato più di 100 piattaforme robotizzate nell'Artico. I Seaglider erano stati programmati in modo da ricevere i segnali acustici da sensori sottomarini, sospesi su corde di speciali boe, congelate nel ghiaccio in determinate posizioni. Questi segnali acustici aiutavano i droni a rilevare la propria esatta posizione nell'oceano, ha detto Jeffreys.
Il Dipartimento di studi navali militari della marina militare USA lavora attivamente a delle tecnologie che aiutino le navi americane a spostarsi nei ghiacci, nella neve e nella nebbia dei mari artici. Si propone l'utilizzo nella marina USA di speciali navi "ice class" e della realizzazione di sistemi di riscaldamento integrati nei vascelli.
Visto che anche la marina militare russa prevede di aumentare la propria presenza nell'Artico sono state accelerate le ricerche in questo ambito. I russi, scrive la testata Warrior, hanno a propria disposizione una flotta di rompighiaccio di grosso tonnellaggio, dotate di sistemi di comunicazione, navigazione e di idrografia. Mosca grazie a questa flotta può garantire il passaggio di navi mercantili attraverso i ghiacci artici.




Con lo sviluppo delle rotte marittime del Mare del Nord, i canali di Suez e di Panama avranno un potente concorrente di origine naturale, mentre i governi che pianificano progetti di commerci transcontinentali avranno grandi prospettive economiche e politiche.
L'importanza per la Russia dell'attività militare nell'Artico è stata confermata questa settimana dal direttore principale dello Stato Maggiore Sergey Rudskoj, alla cerimonia di nomina dei comandanti di alto livello presieduta da Putin.
"I principali sforzi dello Stato Maggiore si concentrano sul miglioramento delle capacità di combattimento, delle potenzialità delle forze armate e del loro dispiegamento e rafforzamento a ovest, a sud-ovest e nell'Artico", ha detto Rudskoy.
Nel 2015 inoltre il Ministero della difesa Sergey Shoygu ha dichiarato che la Russia ha terminato la costruzione di quattro basi militari su quattro isole dell'oceano Artico. È stata successivamente avviata la costruzione di una cittadella sull'isola Terra di Alessandra e di strutture militari sulle isole di Kotel'nyj, di Wrangel, di Srednij, Novaja Zemlja e a Capo Schmidt.
Vladimir Putin alla fine di marzo visiterà la Terra di Francesco Giuseppe per valutare i risultati della "pulizia" effettuata dalle forze armate.
L'Artico è tenuto d'occhio anche dagli altri governi della regione. Il 25 marzo a risultato dell'8° conferenza regionale a Boston gli 8 paesi artici, Russia, USA, Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia, hanno firmato una dichiarazione congiunta di cooperazione in caso di situazioni di emergenza e di collaborazione nell'Artico.