Lo rivela uno studio britannico del centro Demos, che ha analizzato la dipendenza delle regioni dalle esportazioni di beni verso l'Unione Europea e l'utilizzo della forza lavoro in altri Paesi dell'Unione, ma anche la disponibilità di sostegno finanziario dell'Europa. Come scrive il quotidiano Independent, il centro è giunto alla conclusione che nel caso di "hard Brexit", cioè dopo una rigida uscita dall'Unione Europea, il Regno Unito non sarà in grado di mantenere l'accesso al mercato unico e di tutte le regioni, quella che soffrirà di più sarà il Galles, dove per la Brexit ha votato il 52,5% degli abitanti.
In Galles si tratta dell'oltre del 60% delle esportazioni britanniche verso l'Unione Europea, quindi questa regione soffrirà più delle altre a causa dell'introduzione di dazi doganali, spiega lo studio. Per un motivo simile il Nord-Est dell'Inghilterra e il Midland centrale sono a rischio.
L'uscita dall'Unione colpirà anche Londra, dove la maggior parte dei residenti ha votato contro la Brexit, poiché il 17% dei lavoratori della Capitale sono migranti provenienti da paesi europei.
Theresa May ufficialmente dichiarerà l'avvio del processo della Brexit mercoledì 29 marzo. I negoziati dureranno due anni.