Gli esperti hanno chiesto alla NATO di reagire "alla guerra ibrida sull'acqua", altrimenti l'Alleanza rischia di perdere il controllo dei mari. Il Cremlino sta intensificando il suo arsenale navale, questo gli permetterà di fermare la libera circolazione di navi della NATO e di "minacciare la stessa esistenza" dell'Occidente. Lo afferma il rapporto congiunto dell'Istituto britannico di studi per la Difesa, alla cui stesura hanno partecipato gli ex comandanti dell'alleanza nordatlantica, l'ammiraglio James Stavridis e il generale Philip Breedlove.
Gli autori, che hanno redatto il testo per ordine del governo britannico, sostengono che la flotta russa, "perseverando nel cambiamento qualitativo", è in grado di "paralizzare" l'Europa. In particolare, i nuovi sottomarini di Mosca possono tagliare i cavi destinati allo scambio commerciale e militare di informazioni tra USA e Europa o attaccare piattaforme petrolifere nel mare del Nord.
Nel loro studio i militari hanno sottolineato che la Russia potrebbe organizzare una "missione di sabotaggio" con l'aiuto di "piccoli marinai blu". Come per quanto successo in Crimea, Mosca "farà finta" di non avere a che fare con gli istigatori, che chiamerà "nazionalisti, esecutori indipendenti, terroristi o individui che agiscono per propria volontà".
Quindi la NATO deve essere pronta a reagire "alla guerra ibrida in acqua prima che sia troppo tardi". In caso contrario, l'Alleanza rischia di perdere il controllo dei mari, avvertono gli autori del rapporto.