La manifestazione che è partita a Verona col patrocinio dell'Associazione Veneto — Russia e grazie al supporto del vice-presidente dell'associazione Palmarino Zoccatelli, si è poi trasferita a Torino nella sede del Centro di rappresentanza della DNR in Italia.
Al di la dei vari posizionamenti ideologici sulla questione, davanti a questi numeri, davanti a tante vittime innocenti, è triste constare il silenzio che perdura in Italia: non si vedono né fiaccolate, né appelli alla pace, né girotondi, né lumini accesi, niente! Come, allo stesso modo, anche sul mainstream, nulla di rilevante, se non qualche sporadico flash di guerra asettico e spesso distorto. Per questi bambini ammazzati, nessun programma strappalacrime, nessun clown, nessun intellettuale radical chic, nessuna petizione da parte di ONG, nessun SOS.. solo silenzio totale. Un silenzio grave dall'amaro sapore di complicità. Semplicemente per il benpensante e tollerante occidente questi morti "non esistono": bambini, quelli del Donbass, di "ultima" serie dimenticati nelle pieghe di un limbo d'indifferenza e disumanità.
A Verona, non poteva mancare una delegazione dell'Associazione Lombardia-Russia col segretario Luca Bertoni. Tra le varie personalità politiche sopraggiunte, gli esponenti della Lega Nord: il senatore Paolo Tosato, il segretario provinciale Paolo Paternoster, il presidente del Co.Re.Com Veneto Gualtiero Mazzi, il coordinatore dei giovani padani del Veneto Vito Comencini.

Come ha ribadito il senatore Paolo Tosato:
"Ringrazio le Associazioni Veneto — Russia e Lombardia — Russia per il loro impegno nel sensibilizzare l'opinione pubblica italiana sul dramma che stanno ancora vivendo molti, troppi cittadini nel Donbass, alle porte dell'Europa, nella totale indifferenza delle nostre istituzioni. Il conflitto armato non solo ha provocato inutili sanzioni economiche nei confronti della Russia con gravi conseguenze per la nostra economia, ma tante vittime innocenti che pagano la follia di chi vuole imporre con la forza scelte che devono appartenere alla libertà dei Popoli. Auspichiamo che il conflitto termini al più presto e che ogni Popolo sia libero di vivere pacificamente sulla propria Terra. La Comunità Europea deve attivarsi con una nuova politica internazionale rispettando il principio dell'autodeterminazione dei Popoli".
Al termine del percorso espositivo con le fotografie di Viktor Kochanov, nelle sale è stato messo a disposizione un computer collegato al sito internet "www.101life.net", dove i partecipanti hanno potuto sottoscrivere la petizione online rivolta al Consiglio per i diritti umani dell'ONU per la cessazione della guerra nel Donbass.
Maurizio Marrone, responsabile del Centro di rappresentanza della DNR a Torino ha sottolineato:
"Siamo soddisfatti della grande partecipazione all'inaugurazione della tappa torinese della mostra "101life", seguita alla prima rappresentazione tenutasi a Verona. La mostra che offre all'opinione pubblica italiana le immagini dei quartieri residenziali devastati, delle vittime civili a terra, delle famiglie rifugiate negli scantinati per scampare all'artiglieria ucraina".
Sia a Verona, che a Torino, il momento culminante della manifestazione, è stato il collegamento via Skype, da Donetsk, con Ljubov` Lutsenko, una ragazza della città di Kirovskoe, mamma di due maschietti e di una femminuccia. Il 24 agosto del 2014 sotto i tiri dell'artiglieria ucraina è stato ferito gravemente suo figlio Danil di 5 anni, morto dopo un lungo calvario all'ospedale il 6 ottobre dello stesso anno, con l'altro figlio Sasha, che ora ha 9 anni, anch'esso ferito al momento della tragedia, ma salvato in quanto trasportabile, grazie all'aiuto russo dopo una lunga serie d'interventi chirurgici nelle cliniche di Rostov e di Samara. La sua testimonianza, il suo dolore, la sua emozione nel raccontare la tragedia che ha squarciato la sua vita ha commosso tutti i partecipanti.

Ci sono gruppi d'aiuto, anche singoli privati, che vorrebbero invitare in Italia queste mamme coi loro bambini, soprattutto chi necessita di cure e convalescenza, ma la burocrazia spietata e l'impossibilità ad ottenere un visto Schengen per l'Italia, rendono questa impresa impossibile. Evidentemente l'Europa è orientata ad accogliere e ad offrire tutto e di più, ad altri "migranti" di altra provenienza geografia, per le istituzioni europee più "bisognosi" dei bambini martoriati del Donbass.
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.