Buoni rapporti con la Russia, sovranità dei singoli Paesi e quindi più libertà di manovra nelle scelte politiche: i primi passi di Trump sembrerebbero in linea con gli interessi italiani. Appare sempre più vicino infatti l'annullamento delle sanzioni antirusse, così dannose per l'Italia; con Trump la Russia finalmente viene percepita come un alleato e non un nemico pari a Daesh, immagine propinata fino all'ultimo da Obama.

— Trump ha firmato l'uscita degli Stati Uniti dal TPP (Accordo Transpacifico). Professor Rinaldi, possiamo dire che si tratta di un primo passo contro la globalizzazione?
— Certamente, questo significa inoltre dar corso alle promesse elettorali. Gli Stati Uniti desiderano fortemente dare una regolamentazione a questa globalizzazione selvaggia che ha provocato danni enormi non solo all'economia americana, ma anche ad altri Paesi industrializzati come l'Italia ad esempio.
— Già diversi Paesi come la Francia si sono opposti all'Accordo Transatlantico. Secondo lei è probabile che anche il TTIP verrà messo in discussione dopo questo passo di Trump?
— Sicuramente verrà messo in discussione, ma credo che verrà stralciato completamente. Per usare un termine più diplomatico dico che verrà archiviato. In Francia c'è ancora un minimo di coscienza di interesse nazionale, che in Italia non viene percepito dagli uomini politici. L'accordo del TTIP avrebbe avuto degli effetti ancora peggiori per l'economia italiana rispetto quella francese. La colpa è dei politici italiani che non hanno la capacità di potersi ribellare a questo tipo di accordi capestro per l'economia italiana e soprattutto per il Made in Italy.
— Secondo lei che cosa cambierà ora in Europa e in Italia con Trump? Ci potrà essere secondo lei più libertà di manovra da un punto di vista economico e politico?
— Sì, e poi un dato di fatto è che Trump non avrà rapporti diretti con l'Unione europea, bensì con gli Stati che ne fanno parte. Vedremo ora dei rapporti bilaterali fra Stati Uniti e Stati europei, questo significa dare spazi alle sovranità nazionali, che fino adesso con l'amministrazione Obama sono state messe da parte. L'Unione europea era l'unico interlocutore con gli Stati Uniti. Nella misura in cui il governo italiano riuscirà ad avere un ruolo, ne avrà dei benefici.
Il nostro dilemma sta proprio qui: la classe politica italiana sarà in grado di poter percepire questo cambiamento e avvantaggiarsi della possibilità di avere rapporti diretti con gli Stati Uniti e non più bypassati dall'Unione europea?
— Con la presidenza di un Trump molto più concentrato sugli affari americani interni, l'Italia potrebbe avere un peso politico maggiore, ma che dovrà poi saper gestire?
— Esatto, le dirò di più. L'Italia rivendica un ruolo importante nel Mediterraneo, fattore che è venuto meno negli ultimi decenni in quanto gli Stati Uniti hanno molto lasciato il Mediterraneo a sé stesso. L'America non è riuscita a fornire una politica proficua, l'Italia se ne è trovata svantaggiata, perché non vi è stata una politica chiara con i Paesi Arabi. L'Italia potrebbe avere un ruolo determinante di colloquio nel Mediterraneo ed è a mio avviso in poll position con i Paesi Arabi, perché ci si rapporta a livello genetico molto meglio rispetto ai francesi o ai tedeschi. Tutto questo negli interessi di Israele: noi possiamo essere giusti garanti nel Mediterraneo sia nei confronti del mondo arabo sia di Israele. Se c'è pace, c'è pace per tutti.
— Con Trump forse è giunta l'occasione giusta finalmente per annullare le sanzioni alla Russia?
— Noi come italiani ci auspichiamo che le sanzioni alla Russia vengano stralciate oggi stesso! Vogliamo avere con tutti rapporti commerciali e di amicizia. Riteniamo che le sanzioni alla Russia siano state una follia, anche perché dal punto di vista storico la Russia è parte integrante dell'Europa. Chi a Berlino o Bruxelles pensa che la Russia non sia Europa, fa un enorme errore storico e politico.
La Russia, l'ho detto recentemente anche ad un convegno ricevendo molti applausi, per quel che ci riguarda è molto più Europa della Germania, la quale ha provocato tantissimi problemi insoluti nell'ambito europeo. Noi vogliamo avere ottimi rapporti con la Russia e quindi vediamo con grandissima speranza che sia la Russia sia gli Stati Uniti ritornino a dialogare.
— Lei è ottimista quindi stando ai primi passi e le prime dichiarazioni di Trump in questo senso?
— Sì, ne sono certo, perché del resto è una via obbligata. Il mondo ha bisogno che due super potenze come gli Stati Uniti e la Russia giungano a un accordo pacifico e di collaborazione. Tutti gli altri Paesi ne possono solo che avere vantaggio.
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